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Il coprifuoco spacca la maggioranza, Lega e Forza Italia non votano contro Giorgia Meloni

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Il coprifuoco divide maggioranza e centrodestra. Dopo una trattativa travagliata, con l'aula della Camera costretta a procedere stop and go, la maggioranza trova la riformulazione a un ordine del giorno di Cambiamo! (componente del Misto e satellite del centrodestra), che mette d'accordo 'quasi' tutti nell'esecutivo dei migliori. Mario Draghi, che su questo punto si è speso personalmente per trovare una soluzione, tuttavia non riesce a convincere Giorgia Meloni, che non retrocede sulla limitazione imposta, dalle 22 alle 5 del mattino, per contenere la pandemia. L'odg a firma Fdi resta immutato e l'assemblea di Montecitorio lo boccia con Lega e Forza Italia che non partecipano al voto sul testo di Fratelli d'Italia, diversificandosi da Pd-M5S-Leu che invece dicono un convinto 'no'. L'attacco dal Nazareno è tagliente: "Non può esserci una maggioranza 'a la carte' che non affronta con coraggio unita e coesa il difficile momento che attraversiamo", tuona dall'emiciclo di Montecitorio, Debora Serracchiani. "Così non va, la responsabilità non può essere solo di Pd, M5S e Leu. Non si può votare sì in Cdm e non votare alla Camera. Ora basta", attacca Alessia Morani. Lega e Forza Italia mostrano il fianco e l'ala più a sinistra del governo non si esime dal punzicchiarla. E la reazione di Meloni mette in luce tutte le ombre della compagine a palazzo Chigi: "Mentre FdI ha votato per abolire questa misura irrazionale e liberticida, tutti i partiti di maggioranza hanno votato a favore o non hanno partecipato alla votazione. Da non crederci...".

Salvini ovviamente tira dritto: "L'Odg votato oggi significa che la Lega non fa i capricci ma rappresenta le esigenze di milioni di italiani. Ritornare da maggio e non da giugno o luglio come qualcuno sosteneva". Tuttavia è evidente il primo effetto concreto anche sulla 'compattezza' e unità tanto conclamata del centrodestra. Per la prima volta la nota della coalizione viene firmata 'centrodestra di governo', mettendo nero su bianco l'ormai evidente divario tra Meloni, unica forza di opposizione, e Salvini e Berlusconi a sostegno del premier Draghi. Un segno della difficoltà al dialogo, soprattutto tra i due leader, che si traduce nella mancata convocazione di un tavolo che decida i candidati del centrodestra alle prossime amministrative.

Alla fine sul coprifuoco si trova una quadra, seppur traballante, con con testo che impegna il governo "a valutare nel mese di maggio, sulla base dell'andamento del quadro epidemiologico oltre che dell'avanzamento della campagna vaccinale, l'aggiornamento delle decisioni prese con il decreto-legge n. 52 del 2021, anche rivedendo i limiti temporali di lavoro e spostamento". Si va quindi verso un tagliando a metà mese, che non soddisfa completamente Salvini che rilancia l'altra battaglia in maggioranza: "Come voterò domani sulla mozione di sfiducia a Speranza? Prima voglio fare una chiacchiera con il sottosegretario Sileri di cui ho enorme stima, grande fiducia. Prima di decidere vorrei sapere come ha vissuto, come ha lavorato e come sta lavorando con il ministro Speranza il sottosegretario Sileri che è del M5S, non della Lega. Mi affiderò anche ai suoi ragionamenti, alle sue parole". Insomma domani è un altro giorno. Si vedrà.

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