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Dritto e Rovescio, "perché non ci sono riaperture". Matteo Salvini e la verità sul decreto

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"Non ci sono riaperture". La risposta secca è quella di Matteo Salvini al giornalista di "Dritto e Rovescio" che domanda il motivo dell'astensione della Lega al decreto legge del governo Draghi che manterrà il coprifuoco dalle 22. "Non ascoltare le riaperture in completa sicurezza significa non fidarsi degli italiani in un Paese turistico quale è il nostro". 

Il leader della Lega il giorno dopo "lo strappo" a palazzo Chigi sulle riaperture, segna la linea del Carroccio e soprattutto apre una voragine tra il suo partito e l'asse Pd-M5S-Leu. Il segretario federale non ci sta a farsi "appiattire" il suo obiettivo è distinguersi in una squadra che a malapena "lo sopporta". La Lega non è 'scontata', è questo il messaggio che risuona forte e chiaro, soprattutto è pronta a portare la voce di quel sistema produttivo, di quelle regioni di centrodestra, che ora guidano la rivolta in cerca di 'libertà'. L'unico ruolo indiscusso è quello di Mario Draghi a cui Salvini più volte rinnova lealtà e fedeltà. E lo ribadisce anche in tv nell'intervista rilasciata a Paolo Del Debbio. "Rimarrà nel governo?" chiede il giornalista del format di Rete4 e Salvini conferma: "Certo". E spiega: "La nostra fiducia è a Draghi. Conto che il prossimo decreto a maggio terrà conto di tutto questo, che Draghi ne prenderà atto". La "guerra" di Salvini è contro quell'ala sempre più spostata a sinistra e "chiusurista" che non farebbe il bene dell'Italia.

"La Lega si è astenuta perché non ci sono riaperture - spiega il leader leghista - Confermare il coprifuoco fino alle 22 addirittura fino a luglio; confermare la chiusura di bar, ristoranti, piscine, palestre; non ascoltare la richiesta di riapertura in totale sicurezza che arriva da tutti i sindaci di tutti i colori, da tutti i governatori di tutti i colori, dai sindacati, dagli imprenditori, dai commercianti, dagli artigiani, in una situazione sanitaria fortunatamente in miglioramento, significa non fidarsi degli italiani". Poi aggiunge: "Ditemi voi se un Paese turistico come l’Italia, che deve al turismo il 13% della sua ricchezza nazionale, come può attrarre stranieri, ma gli stessi italiani, con tutti a casa, bar chiusi, ristoranti chiusi, parchi chiusi: non è pensabile!".

Una domanda anche sul caso Beppe Grillo: "Che pena" esclama il leader della Lega. "Non lo giudico come padre, ma come politico. Un politico che quando la giustizia entra in casa sua si mostra razzista, violento, arrogante e disgustoso nei confronti delle donne".

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