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Riaperture e vaccini, gli errori a raffica dal governo. E siamo a quota 120mila morti di Covid

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Fabrizio Cicchitto
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Siamo arrivati a circa 120.000 morti. Da molte settimane è come se ogni giorno due o tre aerei pieni solo di italiani si sfracellassero al suolo, cioè oscilliamo dai 300 (quando va bene) ai 600 morti al giorno. In questa situazione Salvini dice una cosa giusta e una cosa del tutto sbagliata. Dice una cosa giusta quando afferma che bisogna ulteriormente sostenere le categorie maggiormente in sofferenza economica che sono quelle del lavoro autonomo, con particolare riferimento a ristoranti, bar e a tutto il turismo. Su questo terreno ha anche ragione Giorgia Meloni che in una situazione così disastrata bisogna interrompere la cosiddetta lotta al contante attraverso il cash-back.

Su questo terreno siamo nel filone delle follie già fatte nel passato, con gli 80 euro, quota 100, i 500 euro per le vacanze, i 100 milioni per i monopattini: come si vede si tratta di follie equamente distribuite fra il cen tro -destra e il centrosinistra. Dove Salvini a nostro avviso sbaglia è quando ripete «apertura, apertura». Lo sta facendo addirittura dalla fine del febbraio 2020, quando in giro per la Lombardia c'erano già circa 5.000 contagiati e poi abbiamo visto quello che è accaduto di lì a marzo. Poi, altre migliaia di morti ci è costata la baldoria avvenuta in estate fra luglio e settembre, tutti consenzienti, dal governo nazionale, alle Regioni di opposto segno, da Bonaccini, a Solinas, all'on. Santanchè, a Flavio Briatore tutti a sostenere in nome della libertà l'apertura delle discoteche, così ci siamo giocati tutto quello che avevamo ottenuto con il durissimo lockdown da marzo ai primi di maggio.

Poi il prof. Zangrillo ha anche proclamato che «stando alla mia esperienza, il virus è clinicamente morto», ma dopo quell'affermazione il virus di morti purtroppo ne ha fatti almeno altri 75.000 che sommati ai 37.000 della prima ondata portano alle cifre attuali. Poi fortunatamente sono arrivati i vaccini, comunque un miracolo delle industrie farmaceutiche, che hanno fatto in un anno quello che solitamente ne richiede dai 5 ai 10. Dopodiché anche quella vicenda era materia da leader, non da burocrati.

Gli Usa la hanno affrontata prima con Trump e poi con Biden, la Gran Bretagna con Johnson e tutti hanno riempito di soldi le imprese farmaceutiche dei rispettivi paesi perché producessero vaccini. Israele non aveva questa possibilità, ma allora Netanyahu ha personalmente telefonato all'AD di Pfizer e ha comprato milioni di dosi raddoppiando i prezzi per battere la concorrenza.

L'Europa invece non ha puntato per la produzione su industrie interne alla UE e ha trattato con le sue burocrazie che hanno tagliato i prezzi e sbagliato i contratti. Per di più l'Europa e con essa l'Italia hanno puntato molte delle loro carte sulla AstraZeneca che ha presentato una serie di problemi. Comunque, i riflessi di que sta situazione europea hanno avuto una traduzione italiana del tutto negativa. C'stata una labilità di direzione politica da parte del governo Conte II, in parte trasmessa al governo Draghi.

Tutte le Regioni hanno patito la scarsezza dei vaccini, alcune Regioni, però, c'hanno aggiunto, come si suol dire, "del loro": la Regione Lombardia si è distinta nell'incapacità di apprestare modalità di vaccinazione che assicurassero dal un lato automatismi di realizzazione e che dall'altro lato privilegiassero gli anziani; altre Regioni (in primis la Toscana, ma anche l'Abruzzo, la Campania e la Puglia) se dio vuole hanno fatto di peggio: invece di privilegiare le categorie di età più a rischio hanno favorito le lobbies più aggressive, in primo luogo ovviamente i magistrati (chi è più aggressivo di loro? Chi ha tutti gli strumenti per terrorizzare presidenti di Regione, assessori, dirigenti delle Asl? Chi a quanto ha dichiarato il presidente della Regione Abruzzo Marsilio è stato anche sostenuto nei criteri dal ministro Bonafede?), a seguire gli avvocati (anche loro stanno nei processi), poi, ovviamente, i giornalisti (il caso Scanzi è avvenuto in questo contesto), quindi il personale amministrativo e le categorie più varie sostenuti dalle lobbies che dominano questo paese.

Così si è perso di vista il punto fondamentale che Draghi ha avuto il merito di ricordare a tutti, in primo luogo a sé stesso che ne deve trarre tutte le conseguenze, e fra gli altri anche a Salvini: se si vuole davvero «riaprire» bisogna ridurre assolutamente il numero dei morti e per farlo bisogna concentrare tutte le vaccinazioni sulle persone dai 90 ai 70 anni, perché è lì che si concentra la massima mortalità. Non averlo fatto stato un tragico errore, che però va messo in conto sia al precedente governo, sia all'attuale, sia ad alcuni presidenti di Regione.

Un ultimo punto. A nostro personale avviso, è un errore sommare la riapertura delle scuole e l'eventuale riapertura di varie attività economiche. Sommare assieme le due cose, ancora una volta non avendo risolto per niente il problema dei trasporti (non si capisce perché non vengono coinvolti i trasporti privati privi di lavoro), rappresenta un notevole rischio. Ultima osservazione: il ministro Speranza, che noi non demonizziamo come fanno altri, ci deve spiegare perché ha consentito i viaggi all'estero. Chi crede che poi quei vacanzieri, tornati in Italia, rispetteranno rigorosamente le quarantene di 5 o 14 giorni assomiglia a quei ragazzini a cui, in altra epoca, si faceva credere che i bambini nascevano sotto i cavoli. Siamo in Italia, mica.

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