Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Fu il flop di Conte, Draghi e Colao resuscitano Immuni

Franco Bechis
  • a
  • a
  • a

Sul loro telefonino sull’onda dell’entusiasmo l’avevano scaricata più o meno un anno fa oltre 10 milioni di italiani, ma nello spazio di poche settimane lì è affondata nonostante il disperato tentativo di Rocco Casalino, allora capo della comunicazione di Palazzo Chigi, di tenerla a galla. Si pensava ormai celebrato il funerale di Immuni l’app lanciata con tanta enfasi per battere il Covid 19 e tracciare ogni contagio in modo da potere intervenire in tempo e arginarne la diffusione. Invece – propaganda a parte - si era spiaggiata, completamente travolta dalla seconda ondata del virus. In funzione da inizio giugno 2020 fino ad oggi è riuscita a tracciare poco più di 15 mila contagi, vale a dire quelli di un giorno medio del virus: infatti se su quelli ci ha preso, l’applicazione che doveva essere fondamentale ha invece mancato di azzeccare altri 3,5 milioni di contagi che pure ci sono stati dal suo primo giorno ad oggi. Immuni è diventato uno dei simboli più chiari del fallimento del governo di Giuseppe Conte nell’affrontare la pandemia.

 

 

 

Ma il suo funerale è stato celebrato con troppa fretta, perché a resuscitarla ci ha pensato il nuovo governo di Mario Draghi, grazie al suo ministro della Transizione digitale, Vittorio Colao. L’8 aprile scorso infatti il dipartimento della Trasformazione digitale ha pubblicato un nuovo contratto appena sottoscritto per l’assistenza agli utenti di Immuni, investendo ancora altri 230.445,57 euro per 9 mesi per «servizi di front end e back office» del contact center. A conquistare la commessa che rimette in gioco Immuni è stato il Consorzio Lonardo Servizi e Lavori di Pistoia, uno dei più noti gruppi di facility management e global service, noto anche a Roma perché l’anno scorso conquistò la ben più importante commessa della Città metropolitana di Roma per la pulizia e la sanificazione anti-Covid di oltre 700 edifici pubblici nel solo territorio della capitale. Il presidente del Consorzio, Gino Giuntini però avrà il suo bel da fare per pulire Immuni dalle incrostazioni che ormai sembravano avere sepolto l’applicazione scelta dall'Italia per i tracciamenti. Certo, Colao ha una certa esperienza nel settore. E ha già fatto cambiare qualche caratteristica dell’applicazione, che dal mese di aprile è auto-gestibile dall’utente. Si potrà ad esempio inserire il numero di serie del proprio tampone o dei vari test a disposizione sul mercato effettuati da centri accreditati con il servizio sanitario. Ma non è secondario il sospetto che si buttino via altri soldi su uno strumento che ha ampiamente dimostrato di non essere utile allo scopo e assai poco familiare per gli italiani (propensi più a proteggere se stessi dagli altri che gli altri da se stessi denunciandosi).

 

 

 

Il tracciamento è stato importante e ha avuto migliore successo in altri paesi forse più abituati a strumenti simili e più allenati al senso civico individuale. Ma di fronte ai numeri della pandemia quasi nessuno è riuscito a inseguire i contagi che esplodevano con il tracciamento e isolare chi doveva esserlo. Forse era meglio prenderne atto e immaginare un altro tipo di strumento per rendere effettivo il tracciamento che più conta e che è stato lo scorso autunno il vero e drammatico fallimento dell’esecutivo: quello sui contagi a scuola. Non servono applicazioni su cui buttare via soldi, ma test e tamponi davanti agli istituti in modo da tenere sotto controllo la curva e intervenire immediatamente per arginare la curva. Oggi sono vaccinati gran parte degli insegnanti e del personale della scuola, ma non i ragazzi che non sono nemmeno previsti nei piani attuali vaccinali (si sta lavorando a questo solo negli Stati Uniti). Tracciare servirebbe anche a realizzare quello che fin qui è mancato, e che sarebbe invece utile in futuro: un vero studio scientifico sui rischi di contagio dentro la scuola. Perché insistere con Immuni invece di imporre questa vera svolta sarà domanda da rivolgere al presidente del Consiglio Draghi alla prossima conferenza stampa.

 

 

Dai blog