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La crisi è nera per tutti ma Renato Brunetta è convinto: siamo vicini all'inversione del Pil

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Italia vicini all'inversione dell'economia, Renato Brunetta ne è convinto. «Non mi meraviglio dei sondaggi che riportano aspettative positive, perché siamo a un passo dal rimbalzo, le imprese lo sentono e anche i cittadini. Questo vuol dire investimenti, consumi, più reddito e fiducia» ha detto il ministro per la Pubblica amministrazione, intervenendo al Finance Workshop The European House - Ambrosetti 2021. «Tutto questo non basta se non accompagniamo questo momento con le decisioni giuste», ha precisato poi Brunetta.

Leggendo però le previsioni su deficit e debito pubblico realizzate da Carlo Cottarelli e Giulio Gottardo per l’Osservatorio dei conti pubblici italiani (Cpi) dell’Università Cattolica di Milano, la seconda e la terza ondata di Covid-19 hanno peggiorato le prospettive per l’economia italiana e per i conti pubblici nel 2021. La crescita del Pil potrebbe fermarsi al 3,5 per cento e il deficit raggiungere il 10,2 per cento del Pil (175 miliardi), sia a causa dei nuovi ristori (DL Sostegni), sia della ripresa rallentata. Di conseguenza, il debito pubblico sfiorerebbe il 160 per cento del Pil a fine 2021.

Fortunatamente, anche quest’anno le istituzioni europee coprirebbero interamente il deficit e assorbirebbero quasi metà del fabbisogno lordo di finanziamento, principalmente grazie agli acquisti di titoli di Stato da parte della BCE.

Con un deficit a 175 miliardi, il rapporto deficit-Pil sarebbe del 10,2 percento nel 2021, in leggero aumento rispetto al 2020. Questo deficit sarebbe di circa 50 miliardi e 3,2 punti percentuali superiore rispetto alle previsioni della Nadef 2020. Il mix di minor crescita e maggior deficit si tradurrebbe invece in un aumento del debito a quasi 2.750 miliardi, che corrisponderebbero al 159,6 per cento del Pil.

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