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Giallo AstraZeneca, il venditore di vaccini svela il business delle dosi

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La puntata di Piazzapulita su La7 punta i riflettori sul giallo delle 29milioni di dosi di vaccino AstraZeneca trovate nel magazzino di una multinazionale ad Anagni, nel Lazio. Perché erano lì? A chi erano destinate? Il conduttore Formigli ricorda che AstraZeneca, nel subbuglio di cui si è resa suo malgrado protagonista in questi giorni, aveva promesso all’Europa 300 milioni di dosi di cui ne verranno consegnate - nella migliore delle ipotesi - 200 milioni. Dove sono gli altri?

 

 

 

 

Per spiegare come funziona il “giro dei vaccini” Piazzapulita intervista un grosso venditore di vaccini, Paolo Balossi - presidente della eXor Holding Spa con sede in Svizzera - che dà una chiave di lettura per comprendere cosa potrebbe essere successo ad Anagni. Innanzitutto spiega che “si tratta di una quantità "importante" per quello che è poi il mercato reale dei vaccini”, visto che lui con la sua azienda - tra le maggiori - sposta al massimo 500mila/1 milione di dosi: “Queste sono le grandezze d’ordine che i fornitori al di fuori della Comunità europea, dove è concesso acquistare vaccini, sono in grado di fare”. E soprattutto, sottolinea Balossi, “mai tutte in una volta”.

 

 

L’imprenditore racconta di essere anche stato contattato da società private extra UE che gli hanno proposto quote di vaccini che si trovano nel territorio dell’Unione europea - e che quindi rientrano già negli accordi di acquisizione dei Paesi membri - affinché lei potesse venderli a sua volta all’estero a prezzi gonfiati. Tra queste una società con sede in Egitto che poi, ha spiegato l’imprenditore - dicevano che i vaccini acquistati potevano poi essere ritirati in un Paese UE. I vaccini acquistati dai paesi africani, in questo caso, a prezzi più bassi, non sono stati dunque utilizzati per vaccinare la popolazione locale ma per essere rivenduti a prezzi molto più alti in Europa. 

 

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