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Roberto Cingolani, esplode il caso sul ministro no carne: "Vertice urgente con allevatori e produttori"

Giada Oricchio
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Un consiglio per gli acquisti indigesto. Il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, aveva suggerito di sostituire le proteine animali con quelle vegetali ai fini di una maggiore sostenibilità, ma l’Associazione Carni sostenibili, Filiera Italia, Unaitalia e Coldiretti non l’hanno presa benissimo e ha chiesto un vertice con il ministro "no carne". "Il Made in Italy sotto attacco - scrive Il Giornale in edicola oggi sabato 7 marzo - Le aziende chiedono garanzie perché in ballo c'è l'etichettatura a semaforo dannosa per il nostro export".

Il timore è che il Governo non difenda abbastanza il Made in Italy, in particolare con riferimento al Nutriscore ovvero della “etichettatura a semaforo” che valuta con una lettera e un colore corrispondente (dalla A per il verde alla E per i cibi rossi) ciascun prodotto alimentare in base a una serie di parametri che finiscono con il premiare gli alimenti molto raffinati ed elaborati, ad esempio la Coca Cola zero ha il bollino verdino e il Parmigiano il marchio rosso fuoco. Etichette semplici, ma ingannevoli se si guarda alla bontà nutrizionali dei prodotti.

Il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, ha dichiarato a Il Giornale: “Non ci sono cibi buoni o cattivi, ma l’equilibrio nutrizionale va trovato tra i diversi alimenti consumati nella dieta giornaliera e come ci ha insegnato la dieta mediterranea”. Il Nutriscore però gode di grande appoggio in Europa: Francia, Spagna, Germania, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi sono intenzionati a spingere Bruxelles ad adottare l’etichetta Nustriscore che secondo la filiera agroalimentare italiana è un pericolo per l’economia interna. A metà ottobre, il ministro Cingolani incontrerà Prandini e gli altri presidenti per spiegare le mosse del Ministero della Transizione Ecologica.

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