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Vaccini ai parenti: medici sospesi in Emilia. Ma in Campania De Luca può

Francesco Storace
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Deve far riflettere quello che è successo a Modena. Dove un paio di medici sono stati sospesi per i vaccini ai parenti. Il provvedimento è stato preso dalla Asl e probabilmente sarà anche giustificato: a quanto pare i due operatori sanitari il 5 gennaio avrebbero chiamato loro parenti per somministrare sei dosi di vaccino anti Covid avanzate a fine giornata e che se non utilizzate sarebbero dovute essere buttate via.

Abuso di potere? Altro? Se ci saranno reati lo decideranno i magistrati, anche se per ora se ne occupa solo la Asl. Però ci sono cose che non si comprendono davvero. Dice il vecchio adagio che “il pesce puzza dalla testa”. Il pesce non è a Modena, ma in Campania. Si chiama Vincenzo De Luca: che il vaccino se lo è fatto iniettare in spregio a ogni direttiva del governo; che non se lo è fatto fare a fine serata “sennò veniva buttato via”; e che forse lo ha sottratto a qualche operatore sanitario rimasto senza. Quale Asl lo ha consentito per il governatore della Campania? Chi è chiamato a verificare se non ci sia stato anche in Campania un abuso nella vaccinazione? La magistratura se ne è accorta? La vicenda De Luca non può essere seppellita così.

Nei giorni scorsi la stessa Giorgia Meloni è tornata sull’argomento, perché ad esso va data una risposta chiara. Altrimenti non ci sono argini al privilegio se gli esempi sono come quelli offerti dal governatore della Campania. Anche lui aveva il dovere di mettersi in fila. Perché sennò ci chiediamo quale sia il senso di una punizione per i medici di Modena che hanno somministrato il vaccino a qualche loro parente mentre il presidente di una regione può fare come gli pare per se stesso.

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