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Errori, pasticci e minacce. I veri no-vax sono a Palazzo Chigi

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Francesco Storace
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I no-vax stanno al governo. È a Palazzo Chigi la centrale che sabota la vaccinazione nel Paese, con una politica strampalata che non fa che aumentare la diffidenza tra gli italiani. E i sondaggi che circolano lasciano intendere che la campagna per convincere i cittadini a vaccinarsi sarà bene farla più gentile che spavalda.

Sì, è vero, ci mette del suo lo stesso Arcuri, che annuncia come un trombettiere l’immediato arrivo della Primula nei gazebo, sognando file di italiani pronti ad offrire il braccio alla Patria. No, nessun obbligo, giuravano. Lo dicono pure adesso ma aggiungendo la frase fatidica che potrebbe esserci «se non raggiungeremo l’obiettivo fissato». Ovvero, se falliscono nella (loro) campagna di persuasione ci vengono a prendere a casa (nostra) con la siringa in mano e ci punturano.

Non solo. Poi minacciano pure che se dovessimo sentirci male senza esserci ancora vaccinati non dovremmo neppure meritare cure mediche. Le tasse no, quelle però devono continuare a pagarle proprio tutti.

È il governo a far crescere il negazionismo, questa è la realtà. E un pochino pure certa opposizione. Prendete un promettente deputato di Forza Italia, Alessandro Cattaneo, che in un momento di estasi se ne è uscito in tv col ritiro della patente se non ti vaccini. Stanno sulla Luna e speriamo che ci restino.

Ma la faccia feroce per la parte preponderante sta in maggioranza. Alla combriccola si è aggiunto anche il viceministro Pierpaolo Sileri. Era cinque stelle. Faceva comizi con i no a tutto, dalla Tav alla Tap e anche ai vaccini – magari di nascosto se ne pentiva – e adesso pure lui si aggrega al grande cambiamento che poi significa solo il ribaltone totale delle proprie idee. «Se non se lo fanno volontariamente, obbligheremo gli italiani a vaccinarsi». Bel modo di convincere il popolo all’obiettivo dell’immunità totale. Non era questo lo slogan preferito del tempo che fu.
La fiera continua con il professor Paolo Ichino, che punta al licenziamento di chi non si fa inoculare la dose fatale: il bottino è rappresentato da tre milioni di dipendenti pubblici e una quindicina di milioni privati. Le imprese produttrici ringraziano.

Walter Ricciardi, che anche su questo non può mancare di far conoscere la sua opinione, perlomeno si limita all’obbligo tra i sanitari. Il che per alcuni può anche sembrare ragionevole: ma è indubbio che fa riflettere il gran numero annunciato di medici e infermieri refrattari al vaccino.

Ci pensa la sottosegretaria Alessandra Zampa a pretendere la fiala obbligatoria almeno per i dipendenti pubblici. L’apoteosi la raggiunge il direttore del Corriere della sera, Luciano Fontana, che vuole immortalare con la siringa infilata nel braccio tutti i leader politici italiani in diretta tv. Così i cittadini scapperanno...
Domanda a chi pretende l’ordine di assoggettarsi al vaccino a un intero popolo. Potremo scegliere quale? Ne hanno prodotti in Europa, in Cina, in Russia, in America e persino a Cuba. Ma se ordinate tanti vaccini diversi, si potrà scegliere o decidete pure quale, cubano cinese russo? ... Si può andare al banco a scegliere o ci sarà il vaccino di Stato o di continente?

Domanda numero due. Mentre decidete se imporre o meno la cura – trascurando colpevolmente ogni altra possibilità di battere il Covid – sapete almeno dirci quando arriveranno queste dosi per le quali siamo nel solito ritardo italiano? Non vorremmo dover fare la caccia al vaccino anti Covid come per l’antifluenzale. Così, per saperlo.
Tranquilli, non siamo iscritti al fronte no-vax. Ma semplicemente schierati sulla trincea dei dubbiosi, stupiti da tanta arroganza. Perché a pretendere di imporci di fare quello che vogliono loro sono gli stessi che non hanno fatto quello che dicevamo loro noi cittadini.

Ci sarebbe piaciuto avere dotazioni di mascherine sufficienti, che invece si sono volatilizzate perché lorsignori si sono rivolti spesso a personaggi di dubbio spessore morale.

Avremmo voluto vedere messe in sicurezza le nostre scuole, abbiamo dovuto vederle chiuse al momento degli arrivi dei banchi a rotelle.

Chi vuol decidere per noi è chi ha tardato troppo persino sui bandi per le terapie intensive e sul reclutamento di medici e infermieri necessari proprio alla vaccinazione. Non c’è l’obbligo di andarsene per chi fallisce gli obiettivi? O bisogna, nel caso, convincerlo ad andarsene al termine di una missione così palesemente negativa?

Hanno creato solo confusione, tra prima e seconda ondata. Sono i testimonial ideali per la diffusione del Covid con il suo terribile carico di morte. Si scansino e non pretendano. Il popolo si vaccinerà per fiducia nei suoi medici e non perché costoro cianciano di obbligo.
 

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