
Conte mette tutti in gabbia fino alla Befana

Nessun premier nella storia d’Italia ha fallito come Giuseppe Conte. Doveva mettere in sicurezza gli ospedali italiani, e sono giunti allo stremo. Nessuno come lui al mondo si è dato poteri straordinari per affrontare l’emergenza sanitaria, ed è naufragato. Doveva proteggere la vita degli italiani ed è stata una disfatta: abbiamo il numero più alto di morti in Europa, il secondo nel mondo rispetto alla popolazione residente. Con i dati di ieri l'Italia infatti ha raggiunto 1.131,73 vittime di coronavirus ogni milione di abitanti, superando perfino il Perù che è a quota 1.129,71. Aveva promesso di garantire in sicurezza i ragazzi in presenza a scuola, ed è accaduto il contrario: boom di contagi nelle aule, tutti a casa con la didattica a distanza. Ieri sera alle 21,45 l'ultima dichiarazione di resa del premier: aveva promesso a fine ottobre di proteggere un Natale sereno per gli italiani e invece terremota le feste fino al 7 gennaio prossimo. Nemmeno a Caporetto c'era stata una disfatta così. Fossimo in Giappone un premier con questi risultati si sarebbe presentato al suo popolo in ginocchio rosso di vergogna, chiedendo scusa e rassegnando immediatamente le doverose dimissioni.
Incredibilmente Conte ha tenuto tutti sulla corda per un'ora e più, poi bello tronfio si è presentato a reti unificate celebrando i suoi successi nella lotta contro il virus (evidentemente vive in un mondo tutto suo), e annunciando un'Italia zona rossa per tutte le vacanze di Natale con la sola eccezione dei giorni 28, 29 e 30 dicembre 2020 e 4 gennaio 2021 (i quattro soli in zona «arancione»). Con la consueta insopportabile formula del «consento/non consento» che solo i signorotti medioevali e i sovrani non simbolicamente in carica utilizzano, il premier ha fatto cadere come suo generoso dono qualche eccezione. La più importante è che nelle vacanze di Natale potranno auto-certificare il proprio spostamento all'interno dello stesso comune due familiari non conviventi (più figli al di sotto dei 14 anni) che si rechino a casa dei propri genitori o figli in tutto il periodo, quindi non solo il 25 o il 31 dicembre. È la sola notizia di buon senso: così almeno non verranno separati familiari stretti che magari fin qui si sono visti ogni settimana e avrebbero dovuto dividersi.
Il premier ieri ha annunciato ristori immediati per 645 milioni di euro esclusivamente per bar e ristoranti, ma con le zone rosse arancioni di fatto chiuderanno anche tanti altri esercizi commerciali non di prima necessità e quelli dovranno attendere futuri indennizzi «perequativi» perché ora i soldi non ci sono. Però preso dalla sindrome del «mangino brioches» il presidente del Consiglio in modo perequativo danneggia anche i pochi esercizi restati aperti: ieri ha annunciato per tutti gli italiani uno sconto del 10% durante le festività su pane, pasta e latte, senza spiegare però chi e come dovrebbe rimborsare la sua generosità a panettieri, pastai e alimentari vari. Era in vena di concessioni l'ometto di palazzo Chigi, ben sapendo che stava servendo a tutti gli italiani un piatto più che indigesto. Ma la misura mi sembra davvero incredibile. A chi non ha i soldi per mangiare bisogna imbandire la tavola a spese del governo: che se ne fa dello sconticino su pane, latte e pasta? Per tutti gli altri lo sconto è uno spreco indecente, e non so nemmeno come può essere venuto in mente di lanciare una sciocchezza così.
C'è un solo modo per evitare altri mesi in mano alla follia di chi è al comando: farlo accomodare fuori da palazzo Chigi il più in fretta possibile. Ieri si è sentita finalmente una voce istituzionale importante a segnalarne gli evidenti limiti. È stata quella della seconda autorità dello Stato, Maria Elisabetta Casellati, che ha fatto ben capire come il cambio di passo e (non poteva spingersi fin lì) di protagonisti sia necessario, elencando la serie di soprusi subiti dal cuore della nostra democrazia che è il Parlamento, e portando in luce tutti gli errori compiuti e i drammi causati al nostro popolo dalla incapacità e dalla superbia dell'ometto. Finalmente! È l'unico vero regalo di Natale cui appigliarsi. Per non rassegnarci alla incompetente prepotenza che ci ha accompagnato in questi mesi.
Dai blog

Depeche Mode, lo spirito pop rinasce nei videoclip di Corbijn


Lazio maledetta al Bentegodi


Luis Alberto guida la Lazio
