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Il rimpasto della vergogna. Conte è preoccupato... per sé

Francesco Storace
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Dove si vomita? Logisticamente al Tempo siamo i più turbati rispetto alla fidanzata di Conte. A due passi da noi sfilano le delegazioni, le facce serie dei contendenti, quelli che si riuniscono prima di salire dal premier, «adesso deve ascoltare noi e non sempre gli altri».

Penosi, questi partiti di maggioranza. Da giorni la loro grancassa rimprovera gli italiani, ma come, ci sono ottocento morti al giorno e voi state a pensare al cenone di Natale? Mica seri come loro, questo popolo, che dovrebbe imparare dal suo governo: ottocento morti e l’esecutivo pensa al rimpasto delle poltrone. Chissà se esiste chi è peggio di voi, signori di Palazzo Chigi che vi vedete per sostituire questo o quel ministro mentre il Covid miete le sue (vostre) vittime. Ma avete idea di che cosa può pensare di voi il popolo italiano?

Dalle finestre del nostro giornale si assiste al solito rito delle consultazioni, sembra di stare dalle parti del Quirinale (ha ragione Gasparri, Conte si è montato la testa). Tutto così ridicolo, vogliono cambiare l’assetto di governo, ma stasera al Senato si continua a votare la fiducia ai ministri che vogliono cacciare.

Ancora più patetico. Davanti ai giornalisti negano di parlare di poltrone, e chissà perché si vedono per parti separate. Fingono di stare a dieta. La dieta Negana.

Gli italiani pensano a quando diavolo faranno questo benedetto/maledetto vaccino, a palazzo Chigi pensano al vaccino per un governo infettato dal poltronavirus. Che vergogna, per davvero...

Peggio dei venditori di pentole. Del resto sembra una combriccola di pazzi. Inventano i bonus vacanze e si lamentano se vai al mare; varano il buono sconto detto cashback e ti criminalizzano se vai al negozio. Ma che cosa pretendono dal popolo italiano questi incompetenti? Quanto dovrà durare la nostra capacità di sopportazione di fronte a uno spettacolo davvero meschino?

In Germania stanno parlando di vite umane, di vaccini, e di misure economiche per i danneggiati. Angela Merkel ha avuto il coraggio di assumersi ogni responsabilità: le nostre misure - ha detto pubblicamente - sono state insufficienti. Qui sembra che Dpcm e decreti-legge li abbia varati una non meglio precisata assemblea del popolo. I ministri non c’erano e se c’erano dormivano, tanti piccoli Toninelli.

Fanno e disfano il loro governo perché ancora non sanno dove destinare duecento miliardi europei, magari riusciranno a spartire anche la task force voluta da Conte e quello sarà il momento in cui dovrà sparire per davvero anche Matteo Renzi se si acconcerà all’ammuina poltronara dopo aver illuso gli italiani con il suo discorso di giorni fa al Senato.

La realtà è che il problema non è (solo) Lucia Azzolina con i suoi disastri a scuola. O Nunzia Catalfo, che il casino ce l’ha all’Inps. Oppure Paola De Micheli, ossessionata dai rumori di sottofondo per la marea di critiche ricevute sulla malagestione del trasporto. E nemmeno il solo Roberto Speranza, partito così bene ma già malandato dopo pochi mesi. Per non dire di Luciana Lamorgese, con la sua legion d’onore nostrana rappresentata dagli sbarchi. Ma è il manico, il vero problema. È Giuseppe Conte. Se a Palazzo Chigi resta lui, che cosa può cambiare?

Lo spettacolo triste del rimpasto ha i suoi riti disgustosi da vedere e sentire. I capidelegazione non si toccano, quindi Alfonso Bonafede non pagherà dazio per i mafiosi liberi e una giustizia colabrodo.

Ma che cosa volete rimpastare... Come se non bastasse un’intera politica di governo che ha scatenato solo bordello a scuola e nelle università. Il lavoro che non c’è più, le imprese autonome ridotte alla fame. Hanno risposto con i monopattini, i signori di governo.

L’importante è che resti al suo posto pure Luigi Di Maio, magari promosso vicepremier. Tanto che gliene frega a costoro di 18 pescatori che in Libia non ritrovano la libertà da 100 e passa giorni. Si può proporre un rimpasto a Tripoli? Mica vorrete far pagare le vostre incredibili carenze solo alla povera Teresa Bellanova per la sua appartenenza al partito dei reprobi...

Di fronte a tutto questo la nostra preghiera è rivolta all’opposizione, che se le suona per eccesso di tatticismo nei giorni dispari salvo poi rivedere la pace tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni nei giorni pari. Ma che ve litigate. Avete un’autostrada davanti, evitate i sorpassi a destra che sono pure vietati…Occhio piuttosto a quelli che stanno giocando con la nostra libertà.

Com’era? «Stiamo lavorando per un Natale tranquillo». La zona rossa fatela dentro casa vostra.
 

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