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Anzaldi: disastroso governo, i banchi arrivano quando chiudono le scuole

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Italia Viva contro il governo per la gestione del coronavirus. «Quando diciamo che il Governo sull’emergenza covid finora è sembrato più impegnato a fare comunicazione e propaganda populista, invece di lavorare notte e giorno per risolvere davvero i problemi, pensiamo ad esempio ad un caso eclatante vero simbolo di fallimento e cattiva gestione di questi mesi: i banchi monoposto per il distanziamento nelle aule scolastiche». Lo scrive su Facebook il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi, componente della commissione Cultura della Camera, che fa notare «tutti ricordiamo le immagini trionfanti nei telegiornali Rai a fine agosto con l’arrivo dei banchi monoposto a Codogno, ad Alzano, a Nembro. In poche settimane tutte le scuole avrebbero avuto i banchi richiesti, dichiarava il commissario all’emergenza Arcuri, mentre scorrevano le immagini dei camion militari che scaricavano i banchi nei Comuni simbolo della prima ondata».

«Oggi scopriamo - prosegue - grazie ad un’inchiesta del ’Sole 24 Orè e a tanti articoli della stampa locale, che dopo due mesi dall’inizio delle scuole mancano ancora quasi il 50% dei banchi promessi, non sono stati ancora consegnati 900mila banchi sui 2,4 milioni necessari. Emblematico il caso del liceo di Cirié nel torinese: consegnati sabato scorso, 31 ottobre, 1.200 banchi a rotelle e sedute monoposto, ma da oggi tutti gli studenti sono a casa. Non era meglio una conferenza stampa in meno, un’intervista in meno, e qualche bando più rapido? A questo doveva servire la nomina di un commissario per l’emergenza incaricato anche di garantire la riapertura in sicurezza delle scuole. I banchi arriveranno nei prossimi giorni, forse, ma intanto le scuole stanno già richiudendo».

«Succede nelle superiori di tutta Italia e in alcune regioni anche alle medie e alle elementari. Se davvero si arrivasse alla chiusura di tutte le scuole, unica l’Italia tra i grandi paesi europei, sarebbe un fallimento gravissimo, i responsabili dovrebbero andarsene immediatamente. Matteo Renzi era stato il primo ad aprile a chiedere di programmare la ripartenza di settembre, ma sulle questioni fondamentali (tamponi, trasporti, tracciamento, terapie intensive,scuole) siamo arrivati drammaticamente in ritardo. Responsabilità che non possono passare senza conseguenze», conclude. 

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