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Per Conte il giornalismo fa un'eccezione: Corriere e Repubblica non affondano sul Cts

Massimiliano Lenzi
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C’era una volta il giornalismo senza paura del Potere, quello de “è la stampa, bellezza” perché il lettore deve saper tutto sui politici che lo comandano. Siano essi Matteo Salvini, Giorgia Meloni o Silvio Berlusconi. E allora vai, con inchieste sulla Lega e il Capitano, con le critiche alla Giorgia Meloni e con le 10 - dicesi 10 - domande a Silvio Berlusconi. Per Giuseppe Conte no, è diverso, almeno a guardare ieri le prime pagine dei due principali quotidiani italiani, “La Repubblica” ed “Il Corriere della Sera”.

In prima nemmeno un richiamo ai documenti del CTS, il Comitato tecnico-scientifico - desecretati grazie alla battaglia liberale della Fondazione Luigi Einaudi (con il Governo che li avrebbe volentieri tenuti per sé, alla faccia della trasparenza) - dai quali emerge che i tecnici a marzo avrebbero proposto all’Esecutivo misure di chiusura solo in alcune zone mentre Conte e il Governo fecero un’altra scelta, decidendo per il lockdown in tutta Italia.

Evidentemente per “Il Corriere della Sera” e “La Repubblica” questa non era una notizia da prima pagina. Strano, considerando che per mesi il governo e Giuseppe Conte hanno spiegato agli italiani che le loro rinunce a importanti libertà, i sacrifici e la limitazione della democrazia nascevano dalle valutazioni dei tecnici e non dei politici. Strano visto che Conte e il governo hanno pure prorogato nei giorni scorsi lo stato di emergenza. Immaginate se anziché Giuseppe Conte e la sua maggioranza Pd-5 Stelle-sinistra e renziani la scelta del lockdown l’avesse compiuta un governo di centrodestra? Apriti cielo! Invece con Conte e i rossogialli neppure un richiamino in prima pagina.

In compenso su “La Repubblica” ieri se la son presa con il leghista Roberto Calderoli, con un articolo che parte in prima pagina ed è firmato nientepopodimeno che da........ Michele Serra. Titolo: l’insostenibile Calderoli, colpevole di una digressione in Senato, in merito alla doppia preferenza, sul maschio poligamo e la donna monogama. Equidistanti dall’opposizione (che tanto non conta una mazza) ed equivicini a chi comanda. Oggi Conte, domani si vedrà. Purché non siano quei cattivoni del centrodestra.

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