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Il piano rifiuti di Zingaretti è un bluff. Parisi: "Lazio condannato a inquinamento e discariche

Nicola Zingaretti

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Un vero e proprio "libro dei sogni" che va dalla riduzione della produzione dei rifiuti al sostegno alla raccolta differenziata, dall'equilibrio impiantistico allo sviluppo dell’economia circolare. Sono questi i principali obiettivi del nuovo Piano Rifiuti del Lazio 2019/2025 approvato oggi dal Consiglio regionale.

Il Lazio, fa sapere il consiglio regionale, "si dota di un fondamentale strumento di pianificazione, con l’obiettivo di mettere in sicurezza l’intero ciclo dei rifiuti nella nostra regione, garantendo maggiore efficacia e produttività, nel nome della legalità e della sostenibilità ambientale. Grazie a questo nuovo piano, infine, tutti i Comuni hanno i mezzi necessari per realizzare, in tempi determinati, le opere utili alla chiusura del ciclo dei rifiuti".

Tra i principali obiettivi, il Piano indica da una parte le azioni di contrasto alla produzione dei rifiuti e allo sviluppo della raccolta differenziata, mentre dall’altra parte prevede l’indicazione degli impianti necessari per il trattamento e lo smaltimento delle varie tipologie di rifiuti, da quelli urbani a quelli industriali, dai rifiuti speciali ai fanghi dei depuratori, all’interno delle localizzazioni fornite dalle province.

Sono pertanto due i pilastri della nuova pianificazione regionale: l’autosufficienza del Lazio e un’equa ripartizione territoriale del peso impiantistico - per chiudere il ciclo dei rifiuti all’interno dei propri confini - e l’economia circolare con investimenti e interventi concreti per favorire la raccolta differenziata, il riciclo e il riuso delle materie, sostenendo la realizzazione di una filiera industriale ecosostenibile. Le linee guida del Piano regionale erano state approvate dalla Giunta il 31 gennaio dello scorso anno per poi dare avvio alla procedura di Valutazione ambientale strategica e a tutti i vari passaggi amministrativi nei tempi e nelle modalità previste dalla legge. Al termine di questa fase, si è giunti alla definitiva approvazione dello strumento di pianificazione da parte della Giunta regionale lo scorso 5 dicembre, con il conseguente invio del provvedimento alla competente Commissione consiliare. L’emergenza legata al Covid-19 ha inevitabilmente provocato dei ritardi nella valutazione e nel confronto politico sui contenuti del Piano, ma oggi si è arrivati all’approvazione finale da parte del Consiglio regionale.

Il governatore Nicola Zingaretti ha usato toni celebrativi: «La Regione Lazio anche sui rifiuti ha fatto il suo dovere. Meno rifiuti prodotti, più differenziata, nuovi impianti e sviluppo economia circolare. Ora basta furbizie. Tutti si devono assumere le proprie responsabilità per una gestione green del ciclo. I rifiuti non sono un problema, ma una risorsa». 

Scettiche, invece, le opposizioni: «Il nuovo Piano rifiuti non risolve i problemi del Lazio. Nonostante il Consiglio regionale abbia approvato il nostro emendamento, che pone come priorità la chiusura del ciclo dei rifiuti all’interno della regione entro il 2025, il Piano non va in questa direzione e questo obiettivo non verrà rispettato» afferma Stefano Parisi, consigliere regionale del Lazio.

«Questo Piano è ideologicamente contro le imprese private - prosegue Parisi - promuove infatti la realizzazione di impianti esclusivamente in capo a soggetti pubblici. A nostro avviso il pubblico dovrebbe solo svolgere il ruolo di controllore e lasciar operare chi è veramente competente. Il documento inoltre scarica sui comuni le responsabilità di raggiungere gli obiettivi irrealistici di raccolta differenziata che si pone». «Ma anche se riuscissimo ad arrivare a quel 70% di raccolta differenziata previsto dal Piano, ce lo auguriamo ma è altamente improbabile, avremo comunque 500mila tonnellate di rifiuti da gestire: una parte verrà destinata in discarica, l’altra verrà esportata in altre regioni, con il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata, per essere trattata nei termovalorizzatori. Proprio in quegli impianti tecnologicamente avanzati che nel Lazio non si vogliono realizzare», sottolinea.

«È una ipocrisia - continua Parisi - La Giunta precludendo la possibilità di realizzare in futuro un secondo termovalorizzatore, indispensabile per la chiusura del ciclo dei rifiuti, si assume una enorme responsabilità e mette una seria ipoteca sull’insuccesso del piano. Si preferisce invece riempire il territorio regionale di discariche, quelle sì fortemente inquinanti». 

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