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Il partito di Conte cresce e conquista voti pure nel centrodestra

Alberto Di Majo
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Il premier Giuseppe Conte non ne parla, almeno pubblicamente. Anzi a chi ieri ha rilanciato l'idea che possa fondare un partito, il professore ha replicato con un ironico: "A mia insaputa, non ho un partito".  Eppure gli ultimi sondaggi continuano ad assegnare all' "avvocato del popolo" la fiducia degli italiani (è ancora il preferito, davanti a Giorgia Meloni e a Matteo Salvini) e una percentuale di voti anche sopra il 15 per cento. Ma ancora più interessante è che un eventuale movimento fondato da Conte toglierebbe consensi a tutti: al M5S e al Pd, ovviamente, ma anche al centrodestra.

In politica 2+2 non fa quasi mai 4, tuttavia i sondaggi sono concordi nel premiare Conte,  Se si votasse oggi, un ipotetico partito del premier varrebbe il 15%, afferma una ricerca di EMG/Acqua commissionata dalla trasmissione tv Agorà, che segnala anche come perderebbero voti tutti gli altri movimenti, anche i tre partiti principali dell'opposizione: la Lega sarebbe prima con il 25,6% (invece del 26,8 se non ci fosse un partito del premier), seguita dal PD al 15,1 (senza un movimento di Conte i Dem arriverebbero al 20). Poi Fratelli d’Italia al 13% (invece del 14,2), il M5S al 10,7% (senza un movimento guidato da Conte starebbe al 16%), Forza Italia al 6,1% (invece che al 7). Ancora: Italia Viva sarebbe al 4% (e non più al 5), Azione (il partito dell'ex ministro Calenda) al 2,7% (invece del 3), La Sinistra resterebbe al 2,1%, Europa Verde all'1,5% (perderebbe uno 0,1) e Più Europa al 1,4%.

Sempre per lo stesso sondaggio è Giuseppe Conte il leader che riscuote maggiore fiducia tra gli intervistati con il 43%, un punto in più rispetto alla scorsa settimana, seguito da Giorgia Meloni al 36%, Matteo Salvini al 34% (un punto in meno rispetto alla scorsa settimana), Nicola Zingaretti al 23%, Carlo Calenda al 21%, Luigi Di Maio al 20%, Silvio Berlusconi al 19% e poi Giovanni Toti al 17%, Matteo Renzi al 15% e Vito Crimi all'11%

Ma c'è anche un'altra ricerca che assegna al partito di Conte un tesoretto. Noto Sondaggi ha elaborato i numeri per "Porta a Porta" e segnala che un ipotetico "Forza Conte" avrebbe il 16% dei voti. Facendo scendere il Pd al 12%, il MoVimento 5 stelle al 9% e Italia Viva al 2,5%, Leu allo 0,5%. L'area di governo arriverebbe al 40%. L'impatto sull'opposizione, invece, sarebbe più contenuto. La Lega resterebbe ferma al 28%, Fratelli d’Italia al 14 mentre Forza Italia scenderebbe al 6% e il partito di Toti all'1 %. Il totale del centrodestra sarebbe 49%. Conte attingerebbe per il 32% agli elettori indecisi o astenuti, per il 25% dal Pd, il 22% al M5S e il 21% agli altri partiti.

Numeri che spaventano la maggioranza e che potrebbero convincere il presidente del Consiglio a cercare di saldare un'alleanza strutturale tra il M5S, il partito che lo ha lanciato a Palazzo Chigi dopo il passo indietro dell'allora capo politico Luigi Di Maio, e il Pd. Uno schema che piacerebbe a tanti Dem, a partire dal ministro Dario Franceschini, tra i primi artefici dell'intesa di governo, ma che divide l'universo pentastellato. Eppure, se la forza elettorale del MoVimento non può più rappresentare il terzo polo (peraltro quello decisivo), allora diventerà inevitabile elaborare un piano B, per ricostruire un campo politico autonomo e, nel caso, condividere progetti politici con altri partiti.

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