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Spunta l'ipotesi delle riaperture differenziate tra Regioni. Boccia: "A partire dal 18 maggio"

Francesco Boccia ministro Regioni

Ma le giunte regionali di centrodestra scrivono al presidente Mattarella: "Ritornare al più presto al corretto riparto di competenze tra Stato e Regioni"

Dario Martini
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Sì ad riaperture differenziate sul territorio nazionale a seconda della Regione in cui ci si trova. A lanciare l'ipotesi su cui ci sarebbe l'ok del governo è il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia. "Servono unità, serietà e responsabilità - dice Boccia - tutto dipenderà dal numero dei contagi e dalla tenuta della sanità territoriale". Dipenderà dall'evolversi dell'epidemia. "Se l'R0 rimane sotto l'uno si potrà procedere, altrimenti no", è il ragionamento fatto. Importanti sarà poi la presenza sul territorio dei Covid Hospital e delle strutture per la quatantena dei positivi fuori dal proprio domicilio.  Le Regioni amministrate dal centrodestra, però, sono sul piede di guerra. Adesso inizia la Fase 2. "È una fase nuova, che si giustifica per una progressiva diminuzione dell'emergenza". È quanto si legge in una lettera dei presidenti delle Regioni governate dal centrodestra - Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Umbria, Veneto - e dal presidente leghista della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, indirizzata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia e ai presidenti di Camera e Senato. I governatori ritengono "essenziale che si ritorni progressivamente ad un più pieno rispetto dell'assetto costituzionale e del riparto di competenze tra lo Stato e le Regioni, sempre in applicazione dei principi di sussidiarietà e leale collaborazione".

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