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Il Parlamento non riaprirà tutti i giorni. E lo stipendio degli onorevoli?

La richiesta di FdI non passa. E il M5S vuole ridurre i compensi

Alberto Di Majo
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Anche stavolta non c'è stato niente da fare. Nella conferenza dei capigruppo a Montecitorio, Fratelli d'Italia ha riproposto di tenere aperto il Parlamento tutti i giorni, anche per 24 ore e per 7 giorni su 7, ha detto il numero uno del partito alla Camera, Francesco Lollobrigida «per poter svolgere appieno i lavori delle Commissioni. Lo abbiamo formalizzato al presidente Fico chiedendogli di organizzare i lavori in questo senso. Fratelli d'Italia ci sarà: siamo pronti a fare tutto il necessario per dimostrare la nostra determinazione a dare agli italiani la certezza che i loro rappresentanti non si tirano indietro rispetto alle loro funzioni». Eppure la proposta del partito, sostenuta anche da parlamentari di altri movimenti, non è passata. Mercoledì prossimo, 22 aprile, il governo porrà la questione di fiducia sul Dl Cura Italia. Dalle 9.30 alle 13 è in programma la discussione generale e alle 15 è fissato il question time. L'articolazione del dibattito sulla fiducia sul Dl sarà invece definito in una capigruppo che verrà convocata successivamente. Venerdì 24 aprile, invece, come anticipato dal ministro dei Rapporti col Parlamento, Federico D'Incà, alle 10 ci sarà lo svolgimento della relazione sullo scostamento di bilancio chiesto dal governo, mentre alle 13 si terrà la votazione. Altre aperture del Palazzo non sono previste. C'è anche chi torna a chiedere che gli onorevoli si taglino lo stipendio. «Abbiamo il dovere di dare al Paese un segnale forte, di vicinanza, ancor più in un momento drammaticamente segnato da mille sacrifici per tutti con significativi risvolti economici. Per questo chiediamo a tutti i colleghi parlamentari di rinunciare ad una parte del proprio stipendio, tagliandolo per destinarne il risparmio a iniziative volte al sostegno dei cittadini, così come ha sempre fatto, fin dal principio, il Movimento 5 Stelle, tanto in Parlamento quanto nelle regioni» ha rilanciato la deputata del M5S, Sabrina De Carlo. Sulla stessa scia è andata la senatrice pentastellata Paola Taverna: «I parlamentari giapponesi hanno deciso di dare un messaggio univoco di solidarietà alla nazione per l'emergenza #Coronavirus: si taglieranno lo stipendio per un anno. Ecco un altro caso, come quello bulgaro, in cui dalle parole si passa ai fatti. E il nostro Parlamento cosa fa?». Gli ha replicato su Twitter il comico Luca Bizzarri: «Ma prendere lo stipendio e lavorare bene no eh?».

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