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Conte e il decreto Cura Italia, i 350 miliardi sono solo propaganda

Massimiliano Maselli
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Egregio Direttore, Da quando la pandemia di Covid-19 si è diffusa in Italia, cioè dalla fine di gennaio quando due turisti cinesi sono risultati positivi a Roma, la vita degli italiani è stata completamente stravolta da ogni punto di vista. In questo arco di tempo ne abbiamo viste e sentite di tutti i colori, in un clima di grande incertezza e ansia per un evento di portata planetaria inaspettato e imprevedibile fino a qualche mese fa. Tuttavia, e qui vengo al punto che sottopongo alla sua attenzione, il fatto che l'epidemia in corso sia un avvenimento del tutto eccezionale non mi esime da alcune considerazioni critiche nei confronti di chi ci governa. Mi riferisco in particolare agli stanziamenti (e alle cifre) del nostro Governo per affrontare l'emergenza Coronavirus. Con il decreto «Cura Italia» sono stati messi in campo 25 miliardi di euro che secondo il Presidente del Consiglio dovrebbero attivare flussi per 350 miliardi! Insomma, una manovra economica, per dirla alla Conte, «poderosa». Ma è una menzogna! La cifra di 350 miliardi è infatti pura invenzione o, peggio ancora, mera propaganda priva di alcun fondamento economico. E spiego il perché. Per approfondire leggi anche: Decreto Liquidità, cosa darà il governo a professionisti e imprese Chi difende il provvedimento governativo ritiene infatti che la cifra di 350 miliardi sia il risultato dell'effetto leva della manovra. Ma a parte l'illogicità di un effetto leva abnorme (rapporto di 1 a14, roba da traffico di armi o droga), per chi non lo sapesse vorrei spiegare che l'effetto leva si verifica quando, ad esempio, s'investe un miliardo di euro e tale investimento produce ricavi, proventi e varie utilità per un multiplo di quella cifra. Questo può succedere in diversi settori, come quello delle infrastrutture, che genera molta occupazione, sia direttamente che nell'indotto, e che attraverso una serie di voci (ad es. pedaggio autostradale), consente di creare ricchezza e sviluppo per cifre di gran lunga superiori a quelle investite. Quindi la parola chiave è investimento. Ora, dove sia l'effetto leva provocato dallo slittamento dei termini tributari o dalla sospensione delle rate del mutuo, imposte che comunque andranno pagate, rimane francamente un vero e proprio mistero. Dov'è l'investimento? Diversamente avviene, ahimè, in altri paesi europei. Basti pensare che la Germania stanzia sì 550 miliardi, ma per lo più a favore delle imprese. Ora, è risaputo che la Germania è la prima nazione manifatturiera in Europa, seguita appunto dall'Italia. Quindi centinaia di miliardi saranno a disposizione delle imprese tedesche mentre a quelle italiane andranno poche briciole, con la conseguenza di allargare ulteriormente la distanza tra i due Paesi, che è poi quello a cui mirano la Cancelliera Merkel e soci. Il calcolo da fare è abbastanza semplice: l'intervento complessivo in Italia, abbiamo detto, è di 25 miliardi, alcuni dei quali destinati, giustamente anche se tardivamente, all'emergenza sanitaria e altri destinati ai nuclei familiari. Alle imprese cosa rimane? Poco o nulla. E allora mi dica Lei come si può pensare di passare da 25 a 350 miliardi (cosa, ripeto, impossibile anche per Pablo Escobar o i Narcos messicani) come ostenta il Governo Conte! Egregio Direttore, quella che ci stanno propinando è una balla pazzesca! E con il decreto "Cura Italia" siamo solo al primo tempo della partita, con il prossimo decreto vedremo come proseguirà. Ma se queste sono le premesse c'è da poco da stare allegri! Anche perché fino ad oggi le imprese italiane, a differenza di quelle tedesche, francesi e spagnole non hanno ricevuto un quattrino.

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