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Politici in tilt, quante figuracce sul coronavirus!

Giorgia Meloni e Matteo Salvini

Da Toninelli a Salvini: giravolte, strafalcioni ed errori

Alberto Di Majo
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Hanno detto tutto e il contrario di tutto, persuasi, evidentemente, che la memoria non sia il forte degli italiani. I politici nostrani, costretti da un contesto sempre più liquido a restare continuamente sulla breccia, sono stati le prime vittime del Coronavirus, almeno sul terreno della comunicazione. Ci sono cascati in tanti ma, soprattutto, gli esponenti dell'opposizione che si sono trovati in uno scenario inedito che ha congelato le loro legittime aspirazioni di far fuori il governo Conte. Vi ricordate l'esecutivo in bilico, la maggioranza litigiosa, i penultimatum di Renzi sulla giustizia, l'affondo dei ministri di Italia viva pronti a lasciare le poltrone, le repliche amare del guardasigilli Bonafede, i puntini sulle i del nuovo capo politico del M5S Vito Crimi e tutto il resto? Un ricordo. La partita è cambiata di colpo e il Coronavirus ha riavvicinato la maggioranza e bloccato i litigi in un governo che sembrava destinato a cadere nel giro di poche settimane. E come succede spesso in politica la situazione si è rovesciata e l'opposizione, che fino ad allora marciava a gonfie vele, s'è ritrovata disarmata. E dà lì si sono susseguiti gli autogol, gli errori, le giravolte. Peraltro mai ammessi, benché nella nostra comunicazione, soprattutto social, la sincerità sia un valore. Il 27 febbraio il leader della Lega Matteo Salvini chiedeva a gran voce in un video di “riaprire tutto”: si riferiva a Milano e alla Lombardia. Elencava bar, ristoranti, musei, negozi, fabbriche, palestre, discoteche, centri commerciali. Del resto, mentre si diffondevano le prime raccomandazioni contro il virus, lui ancora organizzava comizi nelle piazze. Ora è cambiato tutto e, come se niente fosse, Salvini critica l'esecutivo per il contrario di quello che gli imputava pochi giorni prima, cioè per non aver chiuso tante attività. Se l'è presa anche con la Consob, rea di non aver sospeso la Borsa che negli ultimi giorni ha bruciato un patrimonio. Ha annunciato che chiederà i danni ai colpevoli. Peccato che a capo della Consob ci sia il professore Paolo Savona, sovranista sposato dal Carroccio e già ministro delle Politiche europee che proprio Salvini ha voluto nel primo governo guidato da Conte dopo un lungo braccio di ferro. A Giorgia Meloni non è andata tanto meglio. Il 2 marzo ha girato un bel video davanti al Colosseo incitando in inglese fluente i turisti stranieri a venire in Italia e a non pensare che la gente fosse impaurita e “barricata in casa”: “La realtà è un'altra…ci sono turisti ovunque, ristoranti, bar e negozi sono tutti aperti, le persone sono felici e il tempo è fantastico, una normale situazione”.  Ora farà un altro video? E' scivolato anche l'ex ministro pentastellato Danilo Toninelli che il 1° marzo ha postato un video in cui presentava il decreto milleproroghe scendendo da un monopattino elettrico, senza lavarsi le mani e leccandosi un dito per voltare le pagine, contravvenendo alla prima regola contro il Coronavirus. Poi è stata la volta del segretario del Pd Nicola ZIngaretti che prima ha partecipato a un grande aperitivo sociale a Milano e dopo, il 5 marzo, si è fatto fotografare abbracciato ad alcuni sostenitori in un ristorante. Il 6 marzo s'è ammalato. L'8 marzo, invece, la deputata romana della Lega Barbara Saltamartini ha messo on line le fotografie della festa con sessanta invitati per brindare al risultato del partito alle elezioni suppletive dell'Umbria. Altro che l'ormai celebre metro di distanza! Una galleria degli orrori, aggravata anche dal fatto che nessuno dei protagonisti ha ancora ammesso almeno di essere stato precipitoso e poco prudente. Come lo stesso premier Conte che in un primo momento ha minimizzato il rischio contagio e dopo due giorni è corso ai ripari (colpa dei virologi?). Ma se i politici stessero più attenti alle scelte politiche e mediatiche e meno alla propaganda non sarebbe meglio?

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