Coronavirus, Giuseppe Conte chiude tutto. Negozi, bar e ristoranti abbassano le serrande
Trasporti garantiti. Resteranno aperte edicole, farmacie e supermercati
Giuseppe Conte chiude tutto. «Ho fatto un patto con la mia coscienza, al primo posto c'è e ci sarà sempre la salute degli italiani. Solo pochi giorni fa vi ho chiesto di cambiare le vostre abitudini di vita, ora questo è il momento di compiere un passo in più, quello più importante, l'Italia rimarrà sempre una zona unica, protetta, ma ora disponiamo anche la chiusura di tutte le attività commerciali ad eccezione di negozi di generi alimentari, di prima necessità e farmacie». È quanto ha detto questa sera dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel corso una diretta Facebook nella quale ha annunciato misure ancora più stringenti per affrontare l'emergenza coronavirus, che saranno valide da domani. Il premier ha sottolineato che non è necessaria fare nessuna corsa per l'acquisto di cibo nei supermercati. «La regola madre rimane la stessa: dobbiamo limitare gli spostamenti alle attività lavorative, per motivi di salute, per motivi di necessità», ha ribadito Conte. Saranno chiusi negozi, bar, pub, ristoranti, lasciando la possibilità di fare consegne a domicilio, saranno chiusi parrucchieri, centri estetici, servizi di mensa. Saranno garantite le attività del settore agricolo, zootecnico, di trasformazione agroalimentare. Il decreto sarà in vigore fino al 25 marzo. Per approfondire leggi anche: Fontana scrive a Conte «Per quanto riguarda le attività produttive e professionali - ha spiegato il presidente del Consiglio - va attuata il più possibile la modalità del lavoro agile, vanno incentivate ferie, congedi retribuiti per dipendenti, chiusi reparti aziendali non dispensabili per la produzione. Industrie e fabbriche potranno ovviamente continuare a svolgere le proprie attività produttive a condizione che assumano protocolli di sicurezza adeguati a proteggere i propri lavoratori. Resta garantito lo svolgimento dei servizi essenziali tra cui il trasporti e servizi di pubblica utilità, servizi bancari, postali, assicurativi. È importante essere consapevoli che abbiamo cominciato da poco a cambiare le nostre abitudini, l'effetto di questo nostro grande sforzo - ha proseguito Conte - si vedrà solo tra un paio di settimane, nessuno deve pensare che già domani si potrà misurare l'impatto di queste misure. Per avere un riscontro si dovranno attendere un paio di settimane. Se i numeri dovessero continuare a crescere, cosa niente affatto improbabile, non significa che dovremmo affrettarci a varare nuove misure, non dobbiamo fare una corsa cieca verso il baratro. Dobbiamo essere lucidi, misurati, rigorosi, responsabili». Tra gli esercizi commerciali che resteranno aperti ci sono farmacie, supermercati e edicole. "Restano aperti stampatori ed edicole - scrive su Twitter il sottosegretario con delega all'Editoria, Andrea Martella - Nel momento di massima emergenza l'intera filiera dell'informazione continuerà ad operare quale presidio essenziale di servizio pubblico e di democrazia. Restiamo uniti, collegati ed informati. Ce la faremo. #coronavirus". Il premier ha annunciato che sarà nominato anche un commissario delegato per potenziare la risposta delle strutture ospedaliere. Avrà ampi poteri di deroga, lavorerà per rafforzare soprattutto la produzione e distribuzione di attrezzature per terapie intensive e sub intensive, avrà il potere di creare nuovi stabilimenti per la produzione di queste attrezzature. «Sarà Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia e si coordinerà con Angelo Borrelli e con la struttura attuale della Protezione civile. Voglio ringraziare tutte le donne e gli uomini della Protezione Civile e Borrelli per l'incredibile lavoro che stanno facendo». Conte ha ricordato che l'Italia è uno dei paesi più colpiti dal Covid-19 e che in questo momento tutto il mondo ci guarda per il numeri del contagio, «vedono un paese in difficoltà ma ci apprezzano perché stiamo dando prova di grande rigore. Domani non solo ci guarderanno ancora e ci prenderanno come esempio positivo che è riuscito a vincere questa battaglia. Non è facile ma le vostre rinunce stanno offrendo un grande contributo prezioso al Paese. L'Italia sta dando prova di essere una grande nazione, una grande comunità. Se saremo tutti a rispettare queste regole - ha concluso il premier Conte - usciremo più in fretta da questa emergenza. Il paese ha bisogno della responsabilità di 60 milioni di italiani. Rimaniamo distanti oggi per abbracciarci con più calore, per correre più velocemente domani. Tutti insieme ce la faremo».