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Conte chiede ai papà di fare il mammo. Trenta giorni di maternità maschile

Carlantonio Solimene
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La percentuale delle nascite che si abbassa sempre di più. Il numero crescente di donne costrette a lasciare il lavoro dopo una maternità. Il gender gap nell'occupazione, nella retribuzione e negli assegni pensionistici tra uomini e donne. Sono queste tre le grandi emergenze che il governo punta ad affrontare dalla prossima settimana, quando al ministero del Welfare si insedierà un tavolo di lavoro che, con ogni probabilità, partirà già da una proposta concreta: quella di cambiare le regole del cosiddetto «congedo parentale». Il periodo, cioè, nel quale un neogenitore è esentato dal lavoro per prendersi cura dei figli. Attualmente, la legge prevede un congedo obbligatorio di cinque mesi per le mamme e di sette giorni per i padre. Per questi ultimi, i giorni sono aumentati con l' ultima legge di Bilancio: prima erano solo cinque. L'obiettivo del governo, stando a quanto ha spiegato il sottosegretario al Lavoro Francesca Puglisi, del Pd, è di portare complessivamente il congedo parentale a sei mesi. Il 20% dei quali (circa 36 giorni) saranno appannaggio degli uomini. Esclusivamente degli uomini. Non potranno, cioè, rinunciarvi a favore della donna, a cui spetterà 1'80% restante del congedo: poco meno di 5 mesi. La norma, nelle intenzioni dell' esecutivo, dovrebbe entrare nella prossima legge in Bilancio. E quindi entrare in vigore dal gennaio 2021... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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