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Caso Gregoretti, sconfitti M5S e Pd: ok al voto su Matteo Salvini

Resa dei conti in giunta per le Immunità del Senato sul rinvio del voto su Matteo Salvini in merito alla vicenda Gregoretti

Silvia Sfregola
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Il rinvio del voto sulla vicenda Gregoretti passa nelle mani della presidente Casellati. Sarà la conferenza dei capigruppo del Senato a stabilire se lo stop dei lavori di aula e commissioni, deciso dal 20 al 24 gennaio in vista delle elezioni regionali del 26, deve essere applicato anche alla giunta per le Immunità. Il braccio di ferro tra il presidente Maurizio Gasparri e le forze di maggioranza si conclude così, con un ufficio di presidenza voluto e alla fine consumatosi nel silenzio, senza alcuna richiesta di modifica del calendario. Il voto sull'autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini per la nave Gregoretti (fermata in acque siciliane dal 25 al 32 agosto con 131 migra di a bordo) resta quindi confermato per il 20 gennaio, almeno fino a domani alle 18. «Non ho registrato durante l'ufficio di presidenza della Giunta proposte di modifica del calendario. Quindi i lavori proseguiranno così come deciso» conferma il presidente Gasparri, che poco prima aveva sottolineato di non aver ravvisato «impedimenti regolamentari» per proseguire con i lavori, essendo l'organismo da lui guidato para-giurisdizionale. E sull'approfondimento annunciato, con la Casellati, l'azzurro glissa: «Non ci sono obiezioni da parte delle regole del Senato». Tutto rimandato quindi a domani con la maggioranza giallorossa che cambia tattica, per evitare di restare schiacciata da un'altra sconfitta, essendo consapevole di non avere i numeri per superare la compagine del centrodestra. Quanto accaduto ieri sull'aggiunta di istruttoria sanitaria avanzata da Mattia Crucioli (M5S), non doveva ripetersi viste le assenze di Pietro Grasso(LeU) e Michele Giarrusso (M5S) e soprattutto con Gasparri pronto ad esprimersi di nuovo. I lavori in giunta proseguono, con Italia Viva, PD, Leu e M5S che hanno proposto un approfondimento su diversi temi: interesse pubblico del provvedimento adottato, le perizie tecnico sanitarie dei migranti a bordo della Gregoretti e e modalità sull'ordine di sbarco avvenuto il 31 luglio. Intanto Salvini, che continua a difendere le sue scelte dicendosi «orgoglioso», sfida il Nazareno: «Il Pd ritiene che io sia un criminale, ditelo, e gli italiani decideranno votando, se stanno con un criminale che ha bloccato gli sbarchi, o con chi ha riempito il paese di clandestini». E dal centrodestra è una alzata di scudi a difesa dell'alleato: «Fratelli d'Italia è disponibile a scendere in piazza con tutto il centrodestra per difendere il diritto di chiunque di difendere gli interessi nazionali e i nostri confini» dice il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida. È del titolare dell'Interno, Luciana Lamorgese, la voce che si alza, questa volta dal governo: «Non amo entrare su questo argomento perché ritengo che nessuno di noi è sottratto o può sottrarsi alle leggi vigenti. Un ex ministro va davanti al tribunale dei ministri e non ritengo di dover essere io» a giudicare.

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