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Le sardine gettano la maschera: assemblea nel centro sociale okkupato

Pietro De Leo
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Innanzitutto, la due giorni romana delle Sardine ha tolto di mezzo il grande bluff. Ossia che la bufala che il movimento possa essere trasversale, aperto a tutti tranne i sovranisti eccetera eccetera. Perché se il sabato ha visto sfilare in piazza San Giovanni la creme dell'antiberlusconismo che fu, ieri c'è stata un'altra prova materiale incontestabile. E così ecco che, per la prima, mediaticamente pompatissima riunione operativa, le Sardine hanno scelto un luogo niente male. No, nessun cinema o auditorium parrocchiale. Ma guarda caso la sede del centro sociale Spintime Labs, che si trova nel Palazzo in Via Santa Croce in Gerusalemme 55. Rinfreschiamo la memoria: è lo stesso palazzo, occupato illegalmente, salito agli onori delle cronache nella scorsa primavera, quando l'Elemosiniere di Sua Santità tolse i sigilli alla centralina elettrica attraverso cui, per morosità, era stata inibita l'erogazione della luce. Dunque, un «santuario» dell'illegalità nella Capitale, a detrimento del vicinato specie per il baccano di una discoteca che lì trovava sede, ovviamente abusiva. Una scelta di campo che colloca, anzi, immerge le sardine nel brodo culturale della sinistra. E il messaggio al mondo dopo il Conclave arriva con un lungo post su Facebook, in cui viene scritto che «il nostro prossimo passo è tornare sui territori... SE VUOI CONTINUARE A LEGEGRE CLICCA QUI

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