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Cento fondazioni e poca trasparenza: politici, sindaci ed ex ministri, le cifre choc

Matteo Renzi

Soltanto il 3% delle associazioni pubblica cifre e nomi dei propri donatori. Meno della metà ha uno statuto e una su cinque mette online il bilancio

Domenico Alcamo
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Fondazioni, centri studi e associazioni politiche. Contenitori che, oggi, hanno una funzione molto importante all'interno del confronto politico. I partiti attraversano una crisi strutturale, che spesso rende difficile il coinvolgimento di nuove personalità e nuove energie. Ecco che, dunque, il ruolo di queste realtà associative diventa fondamentale per intercettarle e, spesso, anche per dare il via alla costruzione di nuove leadership. Incentrato su queste realtà c'è, uno studio di «Openpolis», la piattaforma che si occupa di trasparenza all'interno della pubblica amministrazione. L'analisi risale all'estate del 2018, ma è comunque utile per avere uno spaccato. Innanzitutto della platea: 121, infatti, sono «le strutture tra think tank, fondazioni e associazioni politiche», che openpolis ha censito dal 2015 ad oggi. In particolare, osservano che queste realtà sono diventate «il primo passo per fare politica o per iniziare un percorso di affermazione politica a livello nazionale o locale». Dunque «l'ascesa politica di Matteo Renzi e della sua fondazione Open ne è stato un esempio perfetto. Una struttura parallela al partito di appartenenza, in questo caso il Pd, utilizzata per raccogliere fondi, organizzare eventi e aggregare la base elettorale». La ricerca, peraltro, ricorda anche il caso della fondazione di «Vedrò», la cui vocazione trasversale si ripercosse poi nell'esperienza del governo Letta. E proprio il tema della «trasversalità» di alcuni esponenti, ossia l'appartenenza anche a più associazioni e fondazioni, vedeva una sorta di primato di Giulio Tremonti, con che fa parte di 6 realtà, a seguire l'attuale presidente di Consob Paolo Savona con 5. Quanto ai numeri, dell'ammontare delle 121 strutture censite, «sono 101 quelle attive con un sito web». Oltre il 52% delle realtà nasce o come corrente di partito o come progetto di aggregazione politica. Sotto questo novero, spiega Openpolis, vanno aggregazioni che possono essere sia spinte «da una specifica ideologia, il caso per esempio del Centro studi del pensiero liberale vicina a Silvio Berlusconi o di Europa 21 secolo di Tommaso Nannicini, che dal desiderio di un leader politico di creare un progetto autonomo, come ad esempio Futura di Laura Boldrini o DemA del sindaco De Magistris». Inoltre, le 101 strutture risultanti ancora attive sono state classificate per il tipo di attività che svolgono. Dunque, tra queste, il 35% «rientra in una definizione più standard di fondazione, accomunate cioè dallo svolgere attività di ricerca scientifica e accademica e dalla volontà di fare formazione politica. In questo gruppo si collocano le strutture come «Magna Carta» di Quagliariello, «Italiani Europei» di Massimo D'Alema o «la fondazione De Gasperi» di Angelino Alfano. Infine l'11,88% delle strutture censite si occupano di policy making tematico, e sono attive su specifiche materie per cui cercano di contribuire al dibattito pubblico. Tra queste la fondazione «Icsa» del generale Tricarico e il «Centro per un futuro sostenibile» di Francesco Rutelli. Quanto alla questione delle informazioni disponibili, «avendo meno obblighi di trasparenza rispetto ai partiti, le informazioni disponibili su queste strutture non sono molte». E spiega Openpolis che «lo statuto costitutivo è disponibile online solo dal 45% delle 101 strutture». Quanto ai bilanci, appena il 18,81% di esse lo pubblica. Quanto agli associati, l'elenco è reso disponibile online solo dal 6,93% delle strutture, mentre per l'elenco dei finanziatori/donatori privati la percentuale scende al 2,97%». Quanto alla «geografia politica» delle varie fondazioni e associazioni. Openpolis colloca vicino alla Lega A/simmetrie, «fondata dall'economista Alberto Bagnai», che – nota il sito - oltre al fondatore, che è presidente della commissione finanze al Senato ha al suo interno anche Claudio Borghi, anche lui alla guida di una commissione, bilancio alla Camera. Poi c'è il «centro studi Machiavelli», che vede in prima fila l'ex sottosegretario agli Esteri Guglielmo Picchi. Quanto al Movimento 5 Stelle, ovviamente, c'è l'Associazione Rousseau e poi l'associazione Gianroberto Casaleggio, fondata dal figlio Davide. Nel centrosinistra, il paper riporta la fondazione EYU, l'Associazione LibertàEguale e la fondazione iDemLab. Nel centrodestra, invece, Magna Carta, la fondazione De Gasperi, la fondazione Iustus e ResPublica.

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