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I sindacati al governo: segnali concreti sulla Manovra

Al Forum di Assago assemblea nazionale di Cgil, Cisl e Uil. Tra le ipotesi una mobilitazione generale il prossimo 16 novembre

Daniele Di Mario
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Il clima tra governo e sindacati è cambiato con la nuova avventura giallorossa, ma Cgil, Cisl e Uil aspettano «risultati concreti» dal lavoro sulla manovra. Altrimenti sono pronti a una mobilitazione generale il 16 novembre, quando è già in programma una manifestazione unitaria dei pensionati. È chiaro il messaggio che arriva dall'assemblea nazionale organizzata al Forum di Assago (Milano) dalle tre sigle sindacali con oltre 10mila delegati e delegate in arrivo da tutta Italia. Intanto, proseguono gli incontri con il Conte II e, dopo il faccia a faccia a Palazzo Chigi di lunedì scorso, venerdì sarà la volta del tavolo al ministero del Lavoro sulle pensioni, fissato per le 11, e di un altro al Mef, alle 15, sulla questione fiscale. «Governo, se pensi di cambiare questo Paese, lo devi fare insieme a noi. Perché, se pensi di farlo senza di noi, non te lo permetteremo», è la conclusione al fulmicotone dell'intervento del leader della Cgil, Maurizio Landini. Che in un altro passaggio sbotta: «Voglio ribadire unitariamente: se il governo inizia il confronto con noi, se si prende degli impegni con il sindacato, deve essere chiaro che quel tavolo è quello che decide. Non gli venga in mente che ci sia un altro, tra partiti che cambiano quello che abbiamo discusso». La parola sciopero, d'altronde, non è un tabù. «Noi non escludiamo nulla», avverte Landini. E poi chiarisce: «Siamo un soggetto autonomo: non abbiamo governi amici o nemici. Questi oggi dicono a parole che ci vogliono ascoltare e discutere con noi. Per noi adesso contano i risultati, non solo essere ascoltati. Adesso dobbiamo vedere se capiscono quello che abbiamo chiesto». Dal canto suo, la leader della Cisl, Annamaria Furlan, mette i puntini sulle i: «Abbiamo bisogno che la prossima finanziaria dia segnali forti di discontinuità. Ci dimostrino davvero che è cambiata la musica». E ancora: «Oltre al clima, cambino anche i numeri. Cambiato il governo, la nostra piattaforma rimane esattamente quella che avevamo presentato a Conte nella precedente sua presidenza del Consiglio, perché non sono cambiati i bisogni degli italiani». Per i sindacati, infatti, ad esempio, non bastano i 2,5 miliardi per il taglio del cuneo fiscale, sono troppo pochi gli 1,7 miliardi per i contratti pubblici, a fronte di una «promessa» di 5,4 e bisogna andare oltre lo Sblocca cantieri, senza dimenticare la piaga delle morti sul lavoro. «Su alcune cose non ci siamo», dice senza peli sulla lingua il leader della Uil, Carmelo Barbagallo. Che, introducendo i lavori dell'assemblea, manda un chiaro segnale all'esecutivo: «È sul merito, riga per riga, che daremo una valutazione sul Def. Se noi avremo i risultati, il 16 novembre sarà una festa per i pensionati. Altrimenti la festa la faremo a coloro che vogliono impedirci di farlo». «Non riponete negli armadietti l'armamentario per la mobilitazione», è l'appello lanciato a chi occupa le tribune di un Foum pieno. In ogni caso, il messaggio lanciato da Cgil, Cisl e Uil è netto: «Noi siamo un soggetto che vuole unire il Paese e non lo vuole dividere. Lo è già abbastanza e ci sono troppe disuguaglianze. La scelta di Milano è emblematica. Milano dopo le manifestazioni a Reggio Calabria e Roma vuol dire una cosa fondamentale: che il Paese - dice a gran voce Landini - ha bisogno di unità, unità e unità».

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