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Il taglio dei parlamentari convince anche Forza Italia

Accordo della maggioranza sui "correttivi". Domani il voto

Alberto Di Majo
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Dopo la discussione partita questa mattina, la Camera voterà domani per la quarta e ultima volta il taglio dei parlamentari. La nuova normativa prevede di ridurre i deputati da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200. Oltre al M5S, che ha proposto la riforma, voteranno a favore anche tutte le altre forze politiche (la Lega - che però non ha ancora prenotato un intervento di suoi parlamentari in Aula - e FdI hanno approvato il testo anche nelle tre occasioni precedenti mentre FI ha annunciato il suo via libera). Il Pd, che ha sempre bocciato la modifica aveva ancorato il suo sì a un accordo di maggioranza su un pacchetto di correttivi da affiancare alla riduzione dei parlamentari che dovrà essere presentato entro la fine dell'anno. Anche se ancora non c'è intesa sul sistema di voto da adottare. Il Partito democratico sponsorizza una base proporzionale con un doppio turno con premio nazionale mentre il M5S punta sul proporzionale puro. Sempre entro dicembre dovranno essere presentate le modifiche per fare in modo che i presidenti di Regione siano presenti in Senato quando si discutono le leggi di autonomia differenziata e la sfiducia costruttiva a camere riunite. Entro ottobre invece dovranno essere avviate tre riforme costituzionali: modifica della base territoriale di elezione del Senato (da regionale a circoscrizionale come alla Camera); rendere uniforme l'elettorato attivo e passivo dei due rami del Parlamento (18 e 25 anni sia per Camera che per Senato); infine la diminuzione, a fronte del taglio dei parlamentari del numero di delegati regionali per l'elezione del capo dello Stato. Chiuso anche l'accordo per adeguare i regolamenti parlamentari, uniformando quello della Camera a quello del Senato e introdurre un nuovo quorum per la formazione dei gruppi (visto anche il taglio dei parlamentari) e il numero delle componenti delle commissioni permanenti.

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