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Parla Cencelli: Conte se la caverà solo se userà il mio manuale

Risiko al governo: "Secondo i miei calcoli servono due vice"

Alberto Di Majo
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Giuseppe Conte gli piace, gli ricorda Emilio Colombo e Francesco Cossiga ma anche Adolfo Sarti. In fondo per lui, che ha vissuto un bel pezzo della storia politica italiana, non è nemmeno una sorpresa il nuovo governo tra M5S e Pd. Massimiliano Cencelli, celebre per il «manuale», cioè il metodo per distribuire gli incarichi in politica, dà qualche consiglio ai big della maggioranza giallorossa e non risparmia la stoccata al leader leghista Matteo Salvini: «Ha sbagliato tutto, non doveva andare sulle spiagge, era meglio se rimaneva a casa sua». Ovviamente il contesto è molto diverso da quello in cui Cencelli ha vissuto e lavorato, accanto ai grandi esponenti della Democrazia Cristiana, ma la politica continua a muoversi sugli stessi binari. Per questo l'ex funzionario della Dc è sicuro che il patto tra il MoVimento e i Democratici sfocierà in un governo solido che potrebbe anche arrivare alla fine della legislatura. Per prima cosa pentastellati e democratici dovranno mettersi d'accordo sul programma e sull'assetto di Palazzo Chigi. Chissà che qualcuno non faccia tesoro della lezione dell'ex funzionario della Dc. Secondo lei, Cencelli, Giuseppe Conte, premier della maggioranza gialloverde e ora, con tutta probabilità, anche di quella giallorossa, potrebbe essere l'erede della cultura democristiana? «Ho parlato con tante persone, politici e no, e tutti hanno una buona impressione di Conte. È una persona seria, preparata, con senso istituzionale e stile. E poi, scusate l'espressione, ma nel suo ultimo discorso in Parlamento ha mostrato i coglioni». Le ricorda qualche big della Dc? «È difficile fare un paragone: ora la politica è molto diversa dai miei tempi, è cambiato proprio il modo di pensare. Potrei però accostare Conte a Emilio Colombo, un vero signore, e a Francesco Cossiga. Una volta andai a trovarlo, quando era presidente del Consiglio, e pregai il commesso di annunciarmi, lui mi rispose: «Il presidente Cossiga ha disposto che i suoi collaboratori possano entrare senza attendere di essere annunciati». Rimasi colpito da tanta attenzione e cortesia. Certo Conte potrebbe assomigliare anche a Sarti, sempre molto ricercato, anche nel parlare». Servirà anche al nuovo governo il Manuale Cencelli? «Certo, verrà applicato pure dai 5 Stelle. Il problema di misurare il consenso e di tradurlo in posti esisterà sempre. Anche se il peso dei ministeri è cambiato: un tempo quello delle Poste, ad esempio, era molto pesante perché assumeva moltissimi postini, ora no. Pure il ministero dell'Interno non ha la stessa rilevanza». Dia un aiuto al premier Conte. Secondo il Manuale sarebbe meglio nominare due vicepremier, uno 5 Stelle e uno del Pd, come vorrebbe Di Maio, o uno solo, come invece chiedono i dem? «Sarebbe più giusto farne due, considerata l'autonomia del presidente Conte. Ma, in questo caso, Di Maio dovrebbe guidare un ministero leggero, non due come ha fatto negli ultimi quattordici mesi». Cosa direbbe ai 5 Stelle che temono di morire democristiani? «Devono ricordare De Gasperi, che in un momento difficile della nostra storia ebbe il coraggio di costruire un governo con il Partito Comunista. Anche ora siamo in una fase di emergenza. Io vado in giro e le persone sono preoccupate più per l'aumento dell'Iva che per le questioni politiche. Servono soluzioni in fretta e non altre divisioni. Sono convinto che Conte metterà tutti d'accordo e costruirà una squadra che riuscirà a misurarsi con i problemi del Paese».

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