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Il Pd prova a far cadere il governo sulla Tav

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Ma DI Maio: nessuna crisi, c'è piena fiducia in Conte

Davide Di Santo
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"Nessuna crisi di governo per la Tav, al massimo una crisi di identità per qualche partito che vota insieme al Pd e a Berlusconi per fare un regalo alla Francia". A sgombrare il campo è il vicepremier e capo politico del M5S Luigi Di Maio che non vuol sentire parlare di sfiducia grillina al premier Giuseppe Conte: "Desidero dirlo chiaramente: c'è piena fiducia in Conte, il governo non poteva fare altro" perché "solo il parlamento" può fermare l'opera. Il problema per di Maio al limite è della Lega "che voterà insieme a quei partiti che hanno fatto il Jobs Act o la legge Fornero, assieme a chi è salito sull'imbarcazione dell'ong".  I pentastellati "saranno sempre contro la Torino Lione che non significa essere contro tutte le linee" ad alta velocità. Da Torino interviene la sindaca Chiara Appendino - che si ritrova sotto casa gli irriducibili del Movimento No Tav - a sottolineare che l'opera si farà, per cui non ha senso sfiduciare l'attuale esecutivo per l'opera, che "comunque si farà anche se cadesse il governo". Per Appendino ora la strada è la coerenza e "impegnarci per cercare di bloccare l'opera in Parlamento e nel frattempo, portare avanti altri provvedimenti come il reddito di cittadinanza". Nell'aula parlamentare sulla Tav si annuncia guerra all'ultimo voto. C'è la mozione pentastellata per bloccare l'opera. Ma c'è anche il Pd che ne depositerà una propria, "per smascherare i tanti bluff della maggioranza" e per avere come conseguenza obbligata le dimissioni del ministro Toninelli. Un tentativo di mettere in risalto fra gli scranni del Parlamento la frattura nella maggioranza giallo verde, nonostante la Lega non sia intenzionata a presentare una sua mozione e a votarne le altre. Intanto, il M5S rivendica la propria coerenza sul blog delle stelle, annunciando la mozione No Tav, che però non impegna il governo ma il parlamento, come ha rimarcato proprio Di Maio: "Diciamo sì alle opere pubbliche che servono agli italiani; diciamo no agli scempi, alle cattedrali nel deserto, alla cementificazione selvaggia. In Parlamento vedremo le facce di chi voterà e si porterà sulla coscienza uno spreco di miliardi di soldi pubblici. Ricordiamo sempre che questo governo ha affrontato il dossier Tav con il massimo rigore, producendo un'analisi costi-benefici coordinata da esperti di spessore. Il risultato è stato netto: 12 miliardi di costi, con perdite calcolate tra i 7 e gli 8 miliardi. È vero - continua il post - che una parte dei costi sarebbe finanziata direttamente dall'Unione Europea, ma i soldi rimanenti ce li mettono i cittadini italiani e il MoVimento 5 Stelle vorrebbe usarli per altro. Invece con ogni probabilità Lega, Pd e Forza Italia, quindi Salvini, Zingaretti e Berlusconi, preferiranno un'opera figlia del vecchio sistema rispetto ai servizi pubblici per i cittadini". I 5 Stelle sfoderano il tema della Francia che suona come un ulteriore affondo all'alleato di governo leghista: "In Italia passerà soltanto il 20% della linea ferroviaria, 12,5 km contro i 45 km di proprietà della Francia, e nonostante ciò sarà il nostro Paese a dover sostenere il 58% delle spese contro il 42% della Francia. 2,2 miliardi di regalo a Macron, una follia che si addice al Partito Democratico, il partito degli interessi esteri, ma che non dovrebbe nemmeno passare per la testa di chi si dichiara sovranista".

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