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Taglio ai vitalizi, non c'è ingiustizia

La Cassazione respinge il primo ricorso: le Camere sono libere di ridurre quegli assegni. Esultano Fico e i ministri del M5s. Ma in Parlamento ci sono ancora mille cause degli ex

Alberto Di Majo
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I ricorsi contro il taglio dei vitalizi degli ex parlamentari saranno valutati dal Consiglio di giurisdizione della Camera e non dai tribunali ordinari. Lo hanno messo nero su bianco le sezioni unite civili della Cassazione, dichiarando inammissibile il ricorso presentato dal professor Paolo Armaroli, che chiedeva che fosse stabilita la sussistenza della giurisdizione del giudice ordinario o, in subordine, di quello amministrativo. Significa che tutti i ricorsi che hanno presentato ex deputati ed ex senatori per evitare la riduzione dei propri vitalizi non possono essere giudicati dal tribunale civile perché il Parlamento, in questo caso la Camera, ha la facoltà di decidere autonomamente, la cosiddetta «autodichia». La Suprema Corte ha bocciato il ricorso sottolineando che è «da escludere che in questa sede vi sia spazio per l'esame di una qualsiasi censura riguardante la misura e l'attribuzione degli assegni vitalizi degli ex parlamentari». Secondo i giudici di Piazza Cavour, non si profila nemmeno «l'eventualità che l'organo di autodichia al quale il ricorrente si è rivolto possa non decidere la controversia e che quindi l'attività già svolta in quella sede dal ricorrente possa risultare inutile». Dunque sarà soltanto il Consiglio giurisdizionale di Montecitorio, di cui fanno parte alcuni deputati, a giudicare i ricorsi, che sono più di mille... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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