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Ue, che geni: "Date più case ai rom"

Pronta la procedura di infrazione alla Regione Lazio perché discriminerebbe i nomadi. Ma sulle case popolari ci si infiamma per il motivo opposto. E a Bruxelles lo ignorano

Franco Bechis
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La Ue con colpo di genio e tempismo straordinario minaccia la procedura di infrazione nei confronti della Regione Lazio perché con una sua legge del 1999 discriminerebbe i rom nell'assegnazione delle case popolari. Questo perché si chiede fra i requisiti per ottenere l'agognato alloggio la residenza nel territorio e lo sfratto subito. I signori di Bruxelles debbono vivere sulla luna dove non giungono le cronache, altrimenti saprebbero che Roma si è infiammata (non a caso in quel di Casal Bruciato) per la ragione opposta: la corsia preferenziale ai rom nell'assegnazione delle case popolari. È questione che si protrae da anni, e i burocrati Ue avrebbero potuto informarsi prima di tirare le orecchie agli italiani. Tutto parte infatti da un regolamento varato dalla giunta di Gianni Alemanno che dava il massimo punteggio (18 punti) ai senzatetto riparati in «centri di raccolta, dormitori pubblici o comunque in altre strutture procurate a titolo provvisorio». La giunta successiva, guidata da Ignazio Marino, ricomprese proprio i rom in quell'elenco tra le polemiche. Così venire da un campo nomadi da quel momento in poi costituiva corsia preferenziale nell'assegnazione dell'alloggio pubblico, superando i punteggi che venivano dati a famiglie con figli affetti da gravi handicap (16 punti) e a famiglie con più di tre figli fiscalmente a carico (14 punti) e via scendendo nei diritti. Così ogni volta questi punteggi creano problemi e se tutte le case popolari non finiscono ai nomadi, è solo perché questi non partecipano sovente ai bandi. A Roma però già una casa su dieci con queste regole è stata assegnata a loro. Ora possiamo discutere se quelle regole che tante reazioni negative hanno provocato nelle fila degli italiani più in difficoltà siano da cambiare o meno. Ma pure essere puniti per avere fatto accomodare i rom nelle graduatorie con tanta generosità diventa beffa insopportabile. E certo rende ancora più lontana l'Europa dalla gente comune a pochi giorni dalle elezioni che dovrebbero rinnovare il parlamento Ue. Per altro conoscendo la scarsa simpatia nei loro confronti, i signori di Bruxelles avevano usato non poche risorse per spot in tutti in paesi che rendessero se non più simpatica, almeno più digeribile l'immagine delle istituzioni del vecchio continente. Soldi buttati dalla finestra: assai più utile sarebbe stato mettere alla porta il burocrate che ha avuto l'idea di questa geniale contestazione alla Regione Lazio.      

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