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Cinquanta purgati alla festa leghista

Finiti tutti al gabinetto alla sagra del radicchio. Ma non è olio di ricino

Guido Barlozzetti
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Una boccetta di lassativo si aggira nella politica italiana e le prime vittime sono i leghisti intervenuti alla Festa del Radicchio di Zero Branco, provincia di Treviso. Si attendono conferme, ma lo svolgimento dei fatti e l'intasamento dei cessi non sembrano ammettere ipotesi alternative. Soltanto loro, gli uomini del Carroccio, una cinquantina seduti attorno allo stesso tavolo, sono stati colpiti da un tumultuoso sommovimento gastro-intestinale che li ha spediti al bagno, unico modo per fronteggiare gli effetti di qualcosa che avevano mandato giù e che non poteva essere il radicchio, visto che gli altri commensali non hanno avvertito disturbi di sorta. L'effetto dirompente e iper-lassativo non ha discriminato fra loro, ha democraticamente sconquassato tutte le interiora leghiste, che si trattasse di comuni militanti o di esponenti titolati, presidenti della provincia, consiglieri regionali o ex-parlamentari. Un neo-attentato gastronomico? Una cospirazione ordita da una mano proditoria che nell'ombra ha contaminato il pentolone destinato ai convitati della Lega? Le ipotesi possono essere diverse, perché tanti potrebbero avere approfittato della Festa. Sicuramente, nei prosimi giorni le indagini chiariranno, ma intanto si possono azzardare identikit: un inflitrato dei Cinque Stelle che, irriconoscibile, si è infilato nella cucina, un'occasione ghiotta per fargliela vedere a quegli sbruffoni che non smettono di salire nei sondaggi, o un depresso del PD che, latitando il partito, ha pensato ad un'azione diretta e clandestina, felice di assistere alla corsa delle camicie verdi verso la toilette, un lussemburghese di passaggio o direttamente spedito dal Presidente Juncker per rendere la pariglia dopo le contumelie ricevute, un militante di una ong deciso a far provare ai leghisti come si sta su un barcone in mezzo al Mediterraneo in tempesta, aspettando che qualcuno apra un porto, uno chef francese al servizio di Macron, ostile sia al radicchio, sia ai salviniani e dunque determinat a sfruttare una circostanza irripetibile e perché no, un inviato di Silvio che gli scherzi li ha sempre amati e a cui non dispiacerebbe vedere i leghisti con lre bgarghe giù e il posteriore in fiamme.. Bene, chiunque sia stato, deve essersi detto, li attacchiamo nella parte di cui sono più orgogliosi - la pancia! - e scateniamo un marasma che nulla potrà trattenere e esploderà fragorosamente. Che non sia l'annuncio di una nuova fase del confronto politico nazionale? Una novità che, peraltro, fa tornare con la memoria ad anni in cui l'olio di ricino era diventato uno strumento per far deperire il dissenso ed esporlo al ludibrio collettivo. Qui, però, l'azione è stata silente e mirata sul gruppo, come potrebbe accadere in una cena goliardica con uno studente, il più dispettoso, che manda tutti gli altri sul water. Non resta che aspettare per capire se si sia trattato di un episodio isolato o dell'annuncio di una vera e propria strategia che promette repliche e scioglimenti di corpo su una scala sempre più ampia, con l'obiettivo malcelato e tutto sommato plausibile, di far finire la politica italiana nella m...

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