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Nella maggioranza scoppia la guerra della cannabis

Un senatore grillino presenta un ddl per la legalizzazione. L'ira di Salvini: "Non è nel contratto, non passerà mai"

Carlantonio Solimene
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Nella maggioranza scoppia (anche) la guerra della cannabis. A far esplodere l'ennesimo scontro - dopo quelli già deflagrati su Tav, gestione dei migranti, sicurezza e reddito di cittadinanza - è stavolta la proposta di legge del senatore Matteo Mantero, che prevede la legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati anche a scopo ricreativo. Non si tratta di un ddl nato dal nulla, essendo stato vergato sulla scia di quello prodotto nella scorsa legislatura dall'intergruppo parlamentare creato proprio per affrontare questa tematica e guidato dall'ex radicale Benedetto Della Vedova. Come che sia, la proposta di Montero ha incontrato l'ovvia contrarietà della Lega di Matteo Salvini. E' stato lo stesso ministro dell'Interno a esprimere duramente la linea del partito: "Non passerà mai e non è nel Contratto di governo" ha tuonato il leader della Lega. Per poi argomentare: "C'è qualche parlamentare che pensa di legalizzare le canne. Non penso sia una priorità di questo Paese. Non è nel Contratto di governo. Piuttosto proviamo a ragionare su come togliere dalle piazze una prostituzione a cielo aperto che è una vergogna". Partita chiusa? Per niente. Perché Mantero, che peraltro era anche uno dei cinque senatori grillini dissidenti che hanno fatto tremare il governo sul decreto Sicurezza, ha risposto a Salvini pan per focaccia: "Esiste il contratto di governo - ha detto all'Adnkronos - ma anche la Costituzione, che dà al Parlamento la centralità del potere legislativo". "Su questi temi - ha detto ancora Mantero - il governo dovrebbe farsi da parte senza mettere in forse l'equilibrio della maggioranza e lasciare che il Parlamento faccia il suo percorso, con maggioranze anche trasversali. Magari con possibili contributi anche da parte della Lega, perché non credo che tutti i leghisti si oppongano al ddl in maniera pregiudiziale. Quelli che si informano non hanno una opinione in contrasto con la legalizzazione...". Il punto, per Mantero, è quindi quello di cercare una maggioranza possibile sul provvedimento. Che potrebbe ripartire da quella coalizzata da Della Vedova nella scorsa legislatura. Di certo per la legalizzazione potrebbero schierarsi in molti tra i Cinquestelle e tra i parlamentari della sinistra. Certamente contrari, invece, oltre alla Lega anche Fratelli d'Italia e, in larghissima parte, anche Forza Italia. Trovare i numeri, insomma, non sarà una passeggiata. Nonostante questo, Riccardo Magi - radicale eletto nelle liste di Più Europa - fa professione d'ottimismo: "Se si avviasse l'esame senza 'vincolo di mandato', emergerebbe una maggioranza di deputati e senatori favorevoli alla legalizzazione della cannabis, si tratta di non continuare a evitare la discussione come è stato fatto finora in spregio alla Costituzione e alla volontà dei cittadini".

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