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Manovra alla Camera per l'ok definitivo

Il premier Giuseppe Conte e il ministro Tria

Nodo su quota 100 e reddito di cittadinanza

Silvia Sfregola
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Dopo la breve pausa natalizia la manovra economica torna domani all'esame della Camera per la terza e definitiva lettura. Il testo farà un passaggio in commissione Bilancio di Montecitorio, per poi approdare in Aula venerdì 28. Il voto finale è previsto entro sabato 29 dicembre. La maggioranza rivendica le misure della legge di bilancio. Il vicepremier Luigi Di Maio ribadisce che la manovra targata M5s-Lega mette al centro i cittadini e ridà loro dignità. «Abbiamo trovato un paese abbandonato a se stesso e in sei mesi sono tanti i traguardi raggiunti». E ricorda alcune delle principali misure, a cominciare dall'aumento «delle pensioni minime e quelle d'invalidità; il reddito di cittadinanza rivoluzionerà il mercato del lavoro; eliminiamo la legge Fornero, abbassiamo il costo del lavoro tagliando le tariffe Inail che le aziende pagano senza diminuire le garanzie per i lavoratori». E ancora: «Ci occupiamo del rilancio e dello sviluppo del nostro Paese, investendo 10 miliardi sul dissesto idrogeologico e finanziando con 6.000 euro di bonus l'acquisto di auto elettriche». Ma sindacati e opposizioni rimangono sul piede di guerra, annunciando manifestazioni di protesta. Partito democratico e Forza Italia promettono battaglia dentro e fuori il Parlamento. I dem hanno organizzato un presidio davanti Montecitorio per il 29 dicembre, mentre Cgil, Cisl e Uil si stanno organizzando per una grande manifestazione a gennaio: nel mirino le pensioni e i tagli al volontariato. Domani in piazza a Roma anche gli Ncc. Alle ore 17 - riferisce l'Anitrav - una delegazione porterà al Quirinale un'istanza rivolta al presidente della Repubblica affinchè non firmi il decreto, ritenuto incostituzionale. «Agiremo anche in sede legale nei confronti del ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, e della parlamentare M5s, Paola Taverna, per le loro dichiarazioni a favore della categoria dei tassisti». L'auspicio della categoria «è che nella fase di conversione in legge del decreto si apra il tavolo al ministero dei Trasporti, per correggere tutte le incongruenze contenute nelle norme, che ingessano le imprese»

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