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Lo spettro di D'Alema manda in tilt il Pd

Nicola Zingaretti

Scontro sull'ipotesi di un accordo con Zingaretti alle Europee

Dario Martini
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Partito democratico non riesce a liberarsi dal suo passato. Nonostante sia ai minimi storici non trova di meglio da fare che discutere sulla figura di Massimo D'Alema. Sì, proprio lui, l'ex leader maximo, che come un fantasma ritorna ad agitare la corsa alla segreteria del Pd. È bastata l'ipotesi di una lista comune alle elezioni Europee, sostenuta da Nicola Zingaretti, per scatenare accuse reciproche. Le voci hanno iniziato a circolare l'altro giorno in occasione dell'anniversario di Italianieuropei, la fondazione che fa capo allo stesso D'Alema. I fuoriusciti dem, confluiti in Mdp, ne avrebbero già parlato con gli uomini del presidente della Regione Lazio. Ma Zingaretti smentisce categoricamente: «Sono menzogne del vecchio gruppo dirigente». Insomma, sarebbero solo veleni creati ad arte per danneggiarlo, favorendo così Maurizio Martina, il suo principale avversario. Il fronte anti-zingarettiano attacca comunque a testa bassa. L'ex ministro Carlo Calenda tira in ballo tutta l'area che fa capo al governatore laziale: «Ho preso per buona la smentita di Zingaretti, ma ogni settimana ce ne è una nuova su LeU o sul M5S. Adesso anche basta. Mi stupisco che Paolo Gentiloni non dica una parola chiara su questa linea. E lo dico da suo supporter numero uno». L'ex premier, infatti, sostiene proprio il governatore nella sfida delle primarie. «Se il contributo che Calenda intende dare al congresso del Pd sono le polemiche personali e le menzogne, inizia male - risponde Goffredo Bettini, eurodeputato dem e uno degli artefici maggiori della candidatura alla segreteria del presidente della Regione Lazio - E penso che Calenda si illuda, per questa via, di togliere consensi a Zingaretti per raccattarne, forse, un po' di più lui». Vero o falso che sia, anche Martina non si lascia sfuggire l'occasione di puntare il dito sull'ipotetico accordo tra Zingaretti e D'Alema: «A sinistra non si riparte da operazioni nostalgiche di vertice come qualcuno vorrebbe. La somma di gruppi dirigenti e leader del passato non farà mai la svolta necessaria. Noi andiamo a cercare nuove energie». A questo punto la vera sfida è rimpallarsi il fantasma di D'Alema e degli scissionisti dem. La deputata Paola De Micheli, che fa il tifo per Zingaretti, rispolvera addirittura una notizia di questa estate in cui... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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