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Manovra, restano i nodi. Ma Salvini e Di Maio promuovono Conte

Il premier Conte

Al rientro dal G20 in Argentina

Silvia Sfregola
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In attesa di un confronto a Palazzo Chigi, i contorni della manovra continuano a rimanere poco definiti. Arrivano una cinquantina di emendamenti alla legge di Bilancio, ma ancora non c'è quel "cambiamento che dovrebbe far girare i numeri dell'Italia verso le richieste" di Bruxelles. Nel frattempo, il governo si mostra compatto, con Lega e M5S che tessono le lodi per la mediazione del premier Giuseppe Conte. Nessuno dei 54 emendamenti depositati in commissione Bilancio a Montecitorio chiarisce cosa succederà al reddito di cittadinanza o alla quota 100, due misure bandiera del governo giallo-verde, che peraltro sottolinea di non voler arretrare sulle riforme che più caratterizzano l'esecutivo. I vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, in una nota a doppia firma, sottolineano che "il presidente del Consiglio si sta dimostrando il garante ideale per la nostra interlocuzione con l'Europa". I leader di M5S e Lega sostengono che, nell'interlocuzione con la Commissione europea, Conte "sta spiegando in maniera encomiabile la dirompente portata delle scelte per il cambiamento". Insomma, a Palazzo Chigi risiede "la voce ideale dell'Italia" per difenere "quel patto sociale" con i cittadini a cui lavoriamo costantemente, superando le diverse "sensibilità in nome dell'interesse degli italiani", concludono i vicepremier, che forse lunedì si riuniranno nuovamente con il capo dell'esecutivo per mettere a punto le modifiche necessarie per raggiungere l'intesa con Bruxelles. Interpellato in tv sull'ipotesi di portare il rapporto Deficit/Pil al 2%, il vicepremier Salvini dice che si tratta della "ennesima bufala" e chiede se i media stiano "leggendo i numeri del Lotto questa settimana", per poi aggiungere che "la manovra inizierà a smontare la Fornero" e che la riforma delle pensioni è ormai la sua "ragione di vita". Dei 54 emendamenti arrivati in commissione alla Camera, 39 sono firmati dai relatori e 15 dal Governo. Si attendevano altre variazioni sulle pensioni, magari con i tagli a quelle più elevate. E invece per il momento ci sono una serie di misure laterali. Da Palazzo Chigi, comunque, assicurano: la "sforbiciata alle pensioni d'oro ci sarà". Uno degli emendamenti "sfiora" il reddito di cittadinanza, autorizzando dal 2019 l'assunzione di 4mila persone nei centri per l'impiego. Un'altra misura, fortemente voluta dal Carroccio di Salvini, riduce l'Imu per i capannoni, che viene tagliato tramite un raddoppio della deducibilità, che " passa dal 20 al 40%. Il taglio, che costerà 290 milioni nel 2020 e circa " 167 dal 2021, sembra sia stato al centro di un tira e molla all'interno del Governo. Lo stesso deve essere accaduto con diversi altri emendamenti: dovevano essere 150, ma a Montecitorio ne sono arrivati circa un terzo. Qualche novità c'è. Si va da paletti per evitare abusi sulla Flat Tax delle Partite Iva ad una serie di norme per la sanità, con aiuti alle piccole farmacie e fondi per tagliare le liste d'attesa. Vengono stanziati soldi per l'Accademia della Crusca, e si istituisce in via sperimentale una Scuola superiore meridionale. Tutte misure minori, in attesa dei piatti " forti", per i quali bisognerà aspettare.

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