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Caos Libia e migranti, sì al vertice a Palazzo Chigi

Il premier Giuseppe Conte

Stop al braccio di ferro nell'esecutivo: passa la linea del premier Conte

Silvia Sfregola
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Stop al braccio di ferro nell'esecutivo: si procede con la linea del dialogo e del confronto in Ue sul tema dei migranti. A Palazzo Chigi il premier Giuseppe Conte, rientrato a Roma dagli Stati Uniti, impone la sua linea durante un vertice sui migranti, già in programma da settimane, a cui si è aggiunta la necessità di fare il punto anche sul caos in Libia. Al tavolo ci sono i ministri interessati, coadiuvati dai tecnici dei rispettivi dicasteri: Elisabetta Trenta (Difesa), Matteo Salvini (Interno) Enzo Moavero Milanesi (Esteri). La riunione si chiude con un comunicato in cui si cerca di rilanciare il confronto con Bruxelles attraverso l'idea di suddividere il peso dei migranti tra i vari Paesi europei. C'è anche una menzione preoccupata della Libia, ma a riunione in corso l'Onu ha annunciato un tentativo di proclamare un cessate-il-fuoco a Tripoli. Nel comunicato che esce da Palazzo Chigi si ricorda che nell'ultimo vertice europeo, quello informale tenutosi a Vienna lo scorso 31 agosto, c'è stato un impegno dei ministri degli Esteri Ue, seppur generico, per "trovare una soluzione comune per distribuire le persone salvate in mare tra i vari Stati membri". Ovviamente a Roma si auspica che questo impegno si concretizzi, ma la strada per arrivarci non è semplice. Qualche passo avanti, forse, verrà fatto al vertice dei capi di Stato e di governo, in agenda per il prossimo 20 settembre a Salisburgo. In quel contesto, sottolinea il governo, "la priorità dell'Italia resta quella di ottenere più fondi nel bilancio dell'Unione europea - rispetto a quelli attualmente previsti - per gli interventi di sviluppo socio-economico dei Paesi da cui partono i migranti". Insomma, l'esecutivo chiederà ai partner europei di avere più fondi, i quali però saranno usati per aiutare i Paesi di partenza dei migranti, nella speranza che questi possano diminuire. "L'obiettivo è creare le condizioni per ridurre le partenze", prosegue il comunicato. "Il governo - conclude la nota di Palazzo Chigi - è soddisfatto per i risultati fin qui ottenuti e l'Italia si sta anche battendo affinché siano resi più efficaci gli accordi bilaterali per il rimpatrio nei Paesi di origine di coloro che non hanno diritto d'asilo". Tra i protagonisti del vertice, pur senza essere sotto i riflettori, non c'è solo il premier Conte, ma anche il ministro degli Esteri. Questi, fa sapere la Farnesina, è "a disposizione del Parlamento per riferire sull'insieme della situazione in Libia", come chiedono le opposizioni. Non solo: il ministro Moavero è rimasto in costante contatto con il Presidente del Consiglio Presidenziale libico, Faez Al Serraj, e con il rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la Libia, Ghassan Salameh, proprio quando la situazione sembrava sull'orlo del baratro. Ora, se veramente sarà rispettato il cessate-il-fuoco, voluto proprio dall'Onu, la Conferenza sulla Libia che l'Italia intende ospitare in autunno sarà ancora più importante, perché il tema prioritario sarà "la sicurezza, pre-condizione per lo svolgimento delle elezioni, obiettivo cardine del piano delle Nazioni Unite", sottolinea ancora la Farnesina. Restano sullo sfondo, alimentate dai vicepremier Di Maio e Salvini, le polemiche con la Francia. Il Quai d'Orsay, peraltro, sottolinea che i suoi sforzi "non sono rivolti contro nessuno, e certamente non contro l'Italia, di cui sosteniamo l'iniziativa di organizzare una nuova conferenza su questo dossier importante per i due Paesi". Il vicepremier pentastellato, comunque, non ci sta, e rilancia: "Il ministro degli esteri francese ha detto che sostiene l'Italia. Bene. Se anche Macron la pensa come lui, aprano i porti anche loro".

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