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Rimpatri, missioni e accordi bilaterali. Il decalogo di Salvini sull'immigrazione

Carlantonio Solimene
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Il vertice europeo di Innsbruck, che ha visto riuniti i ministri dell'Interno dei paesi dell'Unione, è stato l'occasione per Matteo Salvini di elencare le proprie proposte e le richieste dell'Italia per arginare l'ondata migratoria che investe in particolare i confini meridionali del continente. In primo luogo, il leader del Carroccio ha chiesto il sostegno della Ue all'Italia nell'opera "di soccorso, protezione e riaccompagnamento di migliaia di clandestini nei luoghi di origine. Sarà una soddisfazione se le proposte italiane potranno diventare europee". Inoltre Salvini ha auspicato che "le espulsioni siano oggetto di accordi europei, non debbano essere lasciate alla libera iniziativa di Stati". Anche perché, ha sottolineato il ministro dell'Interno, "l'Italia ha un pregresso di 500mila immigrati clandestini. Se non riusciamo a espellerne più di 10mila all'anno, ci mettiamo cinquant'anni a recuperare gli anni passati e il problema italiano è un problema europeo". In quanto ai rapporti stretti dal governo italiano con le autorità di Tripoli, Salvini ha ricordato come "in queste ore abbiamo mandato i nostri uomini della Guardia costiera in Libia ad addestrare i libici. Abbiamo regalato 12 motovedette. Stiamo investendo soldi, tempo e denaro in Libia. L'Unione europea dovrebbe riconoscere i libici come porti sicuri. Dobbiamo rispettare il lavoro delle autorità libiche». Il leader della Lega non si è risparmiato un intervento anche sugli accordi di Sophia, pur essendo le missioni internazionali di competenza del ministro degli Esteri, Elisabetta Trenta, con la quale negli ultimi giorni non sono mancati i contrasti: "Chiedo ai colleghi di riesaminare le regole delle operazioni navali europee nel Mediterraneo, perché se sono dettate al contrasto dell'immigrazione clandestina mi domando perché 45mila immigrati con l'operazione Sophia siano arrivati in Italia negli ultimi anni. Se contrasto è, contrasto sia. Non si può agevolare il traffico di esseri umani". Sul tavolo del vertice di Innsbruck ovviamente anche la spinosissima questione delle navi delle Ong: "Chiedo un intervento europeo sulle Ong. Spesso - ha sottolineato Salvini - è provato che ci sono interessi non solo solidaristici ma economici dietro il loro operato. Queste sono cose che non può fare l'Italia da sola o Malta da sola, ma deve farle l'Unione europea". Poi si è affrontato il nodo degli accordi commerciali con i Paesi extraeuropei. Che, a detta del leader del Carroccio, non possono non comprendere anche una "clausola" sui rimpatri: "Chiedo che ogni nuovo commerciale sottoscritto con Paesi terzi preveda come clausola obbligatoria che questo Paese terzo che ha dei vantaggi dagli accordi con l'Unione europea debba sottoscrivere la riammissione dei cittadini illegalmente arrivati nel territorio europeo". In particolare Salvini si riferiva all'accordo recentemente sottoscritto dal presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker con la Tunisia. Non finisce qui. Il ministro dell'Interno italiano ha anche sottolineato come si debba "fare in modo che donne e bambini che scappano dalla guerra possano fare domanda d'asilo prima di arrivare in Europa e che per tutti gli altri sia impossibile ottenere asilo in Europa". Infine un accenno a quelli che Salvini ha definito "i profughi vacanzieri". "Quelli che dopo aver ottenuto il permesso di soggiorno se ne tornano in vacanza nel proprio Paese, da noi non potranno più tornare" ha detto il segretario della Lega. "Se sei fuggito da fame, guerra, e carestia da quei Paesi, non ci dovresti poi tornare in vacanza», ha concluso. In quanto alle possibilità che tutti questi propositi si trasformino in fatti, Salvini è apparso piuttosto ottimista. "Il vento di cambiamento in Europa non l'avevo mai sentito soffiare così forte, vedremo cosa cambia in meglio".

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