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Pronti, via: ecco la stangata di Zingaretti

Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti

Il governatore dimentica le promesse elettorali. Altro che riduzione delle imposte, l'aliquota Irpef va ai massimi storici

Valerio Maccari
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Meno tasse? Maddeche. Per i cittadini romani e laziali non c'è tregua dal fisco. E se, in quanto a stangate, Roma è ormai da anni in testa alla ben poco invidiabile classifica delle città più tartassate d'Italia, anche l'amministrazione regionale non scherza. Nonostante le riduzioni promesse a gran voce e in ogni dove, infatti, il bilancio di previsione 2018 della Regione Lazio non tocca le aliquote Irpef regionali, che rimangono le più alte d'Italia, con un'aliquota massima del 3,33%. L'esborso imposto dal governo regionale di Nicola Zingaretti è superiore perfino a quello richiesto da Regioni in regime di commissariamento per la sanità: Abruzzo e Calabria, ad esempio, hanno un'unica aliquota pari a 1,73%. Il Molise, al massimo, chiede il 2,33%; la Campania ha un'aliquota unica del 2,03%. Il Lazio, invece, nonostante i proclami di raggiungimento da parte di Zingaretti del pareggio di bilancio in sanità, mantiene le aliquote alte, per coprire non il disavanzo ma – come ha sanzionato la stessa Corte dei Conti – la spesa corrente. Un vero colpo basso, visto che le aliquote laziali si applicano anche ai redditi più bassi. Per i romani, la stangata regionale è ancora più grave, visto che soffrono un'imposizione locale, dettata dal Comune, già al top delle classifiche italiane. Secondo un'indagine condotta da Unimpresa, la Capitale è, in effetti, la capitale delle tasse... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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