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M5S, Di Maio gasa neoeletti: "Saremo lampadina che illumina il Parlamento"

Silvia Sfregola
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Entrano alla spicciolata nell'hotel Parco dei principi, quartiere Parioli di Roma, a due passi da villa Borghese. Sono i trecentotrentanove eletti del M5S, molti dei quali faranno il loro ingresso per la prima volta in Parlamento la prossima settimana. Bocche cucite per i neo deputati e senatori, che si godono qualche minuto di celebrità e decine di flash prima di infilarsi nelle porte girevoli dell'albergo dove li aspettano i "riconfermati". Molti non dicono neppure nome e cognome, ogni gaffe è bandita. Non ci sono, ovviamente, gli espulsi anche se eletti. C'è invece una felicissima Giulia Sarti, reintegrata dai probiviri nel M5S dopo essersi autosospesa per dei problemi nella rendicontazione dei bonifici. Non parla, ma da dietro il finestrino del taxi fa cenno di sì con la testa a chi le chiede se sia 'rientrata nel gruppo', quindi un pollice alzato e via verso una nuova legislatura. Soltanto i parlamentari rieletti si prendono la libertà di scambiare qualche parola con i cronisti. Nessuna novità. Il leit motiv è quello dettato da Lugi Di Maio nell'intervista di questa mattina: il Def sarà il banco di prova decisivo per le convergenze future in vista di un possibile governo; dialogo con tutti; maggioranza con persone oneste, indipendentemente dal gruppo politico di appartenenza. Unico guizzo, quello del senatore Alberto Airola: "È meglio che intervistiate Napolitano perché lui ha già qualche ideuzza in mente. Sembra già tutto pronto, hanno già le carte pronte. Ma questa volta noi metteremo delle carte a cui è difficile dire di no", assicura arrivando. "Siamo una lampadina gialla che illuminerà il Parlamento con gli interessi e le esigenze dei cittadini", dice Di Maio, accolto da una standing ovation. Quindi invita i suoi a essere "compatti e uniti", in quanto è un "momento molto delicato". La riunione - che in realtà sono due, una per ciascun ramo del Parlamento - segue uno schema preciso: saluto del capo politico Di Maio, focus dello staff della comunicazione, interventi dei nuovi capigruppo Giulia Grillo alla Camera e Danilo Toninelli al Senato - freschi di nomina - con relative spiegazioni di "come funzionano" i primi giorni a Montecitorio e a Palazzo Madama, intervento di Davide Casaleggio sulla piattaforma Rousseau e in particolare sulla funzione di e-learning. Ai "nuovi" va spiegato tutto: da come e dove si fa la fototessera per la registrazione alle Camere al modo in cui lavorano le commissioni parlamentari e, soprattutto, a come funziona la comunicazione all'interno del Movimento. Per questo ci sarà la "Rousseau Open Academy", annunciata da Davide Casaleggio in piazza del Popolo il 2 marzo. "C'è molto entusiasmo e ci sono molte competenze", assicura il candidato ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, l'unico insieme a Toninelli deputato a parlare dopo la plenaria. A chi gli chiede se ci sia timore per l'inesperienza dei neoeletti, l'ex direttore di SkyTg24 Emilio Carelli - anche lui fra le new entry - replica: "No, c'è una linea politica". Quindi la promessa di Di Maio: "Benvenuti nella XVIII legislatura della Repubblica, fatevi un applauso. Nelle ultime elezioni abbiamo ottenuto circa il 32 per cento dei consensi, ma il M5S è destinato a crescere ancora: è un dato inesorabile, è un dato di fatto". Dopo poco meno di un'ora lascia l'assemblea in mano allo staff della comunicazione. Dopo quasi tre ore la riunione degli eletti pentastellati finisce, qualche volto già noto concede un saluto, molti nuovi se ne vanno come sono venuti, in taxi.

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