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Mattarella firma il decreto e scioglie le Camere: Italia al voto il 4 marzo

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Gentiloni ricevuto al Quirinale

Silvia Sfregola
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Data elezioni il 4 marzo, prima seduta del Parlamento il 23 dello stesso mese. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sciolto oggi il Parlamento. Il Capo dello Stato nel pomeriggio ha incontrato prima il premier Paolo Gentiloni e subito il presidente del Senato Pietro Grasso e della Camera Laura Boldrini.  La XVIII legislatura si aprirà con i neo-eletti che si siederanno sugli scranni di Montecitorio e Palazzo Madama, a seconda del loro orientamento politico. Paolo Gentiloni a questo punto dovrebbe recarsi al Quirinale per cortesia istituzionale e rimettere il mandato. mattarella ancora una volta gli chiederà di restare per gli affari correnti fino a quando non sarà incaricato il nuovo primo ministro. L'elezione dei due presidenti di Camera e Senato sarà il primo vero banco di prova della nuova legislatura e dove si cominceranno a scoprire gli equilibri e i pesi dei partiti in Parlamento. Si avvieranno infatti una serie di trattative, ovviamente in una condizione di maggioranza sul filo, che dovrebbe convergere verso un nome il più ampiamente condiviso. Laura Boldrini è stata eletta il 15 marzo 2013 al quarto scrutinio con la maggioranza assoluta dei votanti. Nel primo scrutinio serve la maggioranza dei 2/3 dei componenti dell'Assemblea, vale a dire 420 deputati su un totale di 630. Nella seconda e terza votazione serve la maggioranza dei 2/3 dei voti, conteggiando anche le schede bianche. Dalla quarta votazione è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti. Pietro Grasso è stato invece eletto il 16 marzo alla quarta votazione, con la stessa modalità di scrutinio segreto della Camera. Solo dopo l'elezione dei due presidenti il capo dello Stato aprirà le consultazioni per la formazione del nuovo governo. I primi a salire al Quirinale saranno il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, i nuovi presidenti di Camera e Senato, e a seguire i gruppi parlamentari neoeletti. Solo dopo il primo giro di colloqui, anche se forse ne servirà anche un secondo, mattarella capirà se esiste una maggioranza in grado di governare. Un'opzione utilizzata in passato nel caso ci fosse una situazione "fumosa" è quella dell'incarico esplorativo, per verificare se si riesce a raccogliere un consenso tale da avere una autonomia in Parlamento. Se invece ci fosse una maggioranza solida, il capo dello Stato potrebbe affidare l'incarico a una personalità, che poi andrebbe a chiedere la fiducia in Parlamento. E' consuetudine che il premier incaricato accetti con riserva e solo dopo un giro di consultazioni con i gruppi politici, e dopo aver raccolto i consensi nelle due Camere, sciolga la riserva e accettare l'incarico. È a questo punto che in base alla legge 40 dell'88, il presidente della Repubblica con un decreto accetta le dimissioni del 'vecchio' premier e con un altro decreto contemporaneamente incarica il "nuovo" premier.

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