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Pd, Renzi proclamato segretario punta su lavoro, casa e mamme

Matteo Renzi

Silvia Sfregola
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Lavoro, casa e mamme. Sono queste le parole d'ordine dettate da Matteo Renzi, nel giorno del suo mandato Bis al Nazareno. Forte di quel 69,8 per cento che lo hanno riportato alla guida del Pd, l'ex premier sale sul palco dell'Hotel Marriott a Roma, scegliendo come sfondo uno schermo con il tricolore e come colonna sonora una canzone di Ligabue, e avverte: "Il Pd non può accettare di essere il luogo in cui tutti sparano contro quartier generale per un po' di visibilità". L'assemblea si apre con oltre un'ora di ritardo, con il neo-segretario che fa incetta di delegati, blindando letteralmente l'assemblea: in base ai risultati ottenuti alle primarie Renzi potrà contare infatti su 700, Andrea Orlando su 212 e 88 a Michele Emiliano. Al suo fianco ci sarà ancora Matteo Orfini, che questa volta sarà coadiuvato da Barbara Pollastrini, in quota Orlando, e Domenico De Santis, in quota Emiliano. La fotografia scattata dall'ex premier è chiara: "Il Pd in questi cinque mesi ne ha vissute di tutti i colori polemiche, litigi, scissioni, scontri, per cinque mesi abbiamo dato l'impressione di essere una comunità capace solo di litigare, tradendo il messaggio che la nostra gente da anni ci dà. Non ha vinto Matteo Renzi, non ha vinto Orlando, non ha vinto Emiliano, ha vinto il Pd che non litiga, che non si scinde, che discute". Il Partito democratico della seconda era Renzi si apre anche con i sondaggi che lo vedono, anche se di poco, sopra al Movimento 5Stelle, quel 30,4 per cento a fronte del 30,2 dei pentastellati, è frutto, rileva Renzi di un cambio di rotta: toni bassi e più vicini alla gente, al territorio. "Sarà un onore accogliere domani a Milano Barack Obama. Il mio primo giorno da segretario lo passerò con lui - conferma - ma la prima telefonata da segretario l'ho fatta al sindaco di Castel Volturno, cui vorrei arrivasse la vicinanza del Pd. Con Minniti andremo lì a lavorare per fare di quella zona del casertano uno dei punti di ripartenza e non solo a evitare i ghetti". Un impegno non solo con il sindaco di un comune difficile da gestire, ma un impegno in onore del senso di comunità che il Partito democratico deve far trasparire, perché, ribadisce Renzi "noi non mettiamo al centro degli algoritmi, ma mettiamo insieme donne e uomini, delle persone". La stoccata è indirizzata ovviamente al Movimento di Beppe Grillo, che hanno criticato le primarie 'a pagamento'. "Autorevoli leader eletti con i clic - replica - se noi abbiamo problemi con l'affluenza voi lo avete con l'influenza. Non vi sentite bene ragazzi....". E non è tutto. "Qualche aspirante statista (Luigi Di Maio, ndr) considera il Venezuela un modello di democrazia, un regime capace di fare da argine alla Libia. Un regime incapace di dare risposte. Il Pd deve stare al fianco invece di chi chiede libertà e benessere in Venezuela". In platea c'è anche il premier Paolo Gentiloni, seduto accanto ad Andrea Orlando e Michele Emiliano. Renzi non si nasconde e getta acqua sul fuoco sulle chiacchiere che lo vorrebbero pronto a sfiduciare l'esecutivo. "Io sono contento del lavoro che fa il governo - dice - visto che il governo sta completando un lavoro" già iniziato "non c'è nessun dubbio, noi siamo quelli che stanno dalla parte del governo". Sulla legittima difesa però conferma il suo dissenso mettendo in chiaro che il problema non è la reazione se di giorno o di notte: "O accetti che la legittima difesa è un valore o non la spieghi. Noi lavoreremo per avere piu' poliziotti e carabinieri e contemporaneamente più centri di aggregazione". E poi replica agli attacchi venuti anche dal ministro della Giustizia Orlando: "Essere capaci di difendere la propria casa significa essere nella tradizione democratica, non è inseguire la destra becera". Insomma la legge secondo Renzi deve essere cambiata, perché il buonsenso, dice, "non può scatenare preoccupazioni". Diverso il discorso sul fondo alle neomamme: "I bonus non vanno bene? Mi vergogno dei tagli, non dei bonus". Ed è proprio alle mamme che Renzi dedica la chiusura del suo intervento: "Abbiamo portato le mamme a occuparsi di politica. Ora la politica si occupi di loro. E' la questione politica del nostro tempo, che nel 2017 la maternità possa essere considerata un ostacolo è assurdo". Orlando però non festeggia, anzi manda un messaggio chiaro al segretario: "Non tutti i nodi sono sciolti, possiamo ancora discutere". Il ministro della Giustizia pungola il partito sostenendo: "Mi piacerebbero sì le campagne, ma campagne che avessero l'obiettivo di debellare la povertà assoluta in tre anni, che nel nostro Paese vede 4milioni e mezzo in povertà assoluta e 100mila bambini sotto la soglia minima di nutrizione. Una campagna per vedere se lo studio per i capaci e meritevoli è assicurato quando vengono da una famiglia operaia". E poi: "Dopo mamma, che in Italia viene prima di tutto, mi piacerebbe che tra quelle parole ci fosse sempre la parola Europa" perché questa "è la dimensione minima per una battaglia di giustizia sociale". Diverso nei toni Emiliano: "Questa è un'unica arca nella quale sono comprese tutte le speranze e le possibilità per consentire all'Italia di venire fuori dalle crisi che dura da 20 anni". "Io vedo la tua sofferenza - dice il governatore della Puglia - E allora questa sofferenza mostrala. Perchè questa gente non ha bisogno di superuomini al comando. Questa gente ti ha sostenuto quando ti ha visto debole e ammaccato". "Non chiedere a noi di smettere di litigare senza una causale, prova a fare in modo di prevenire le discussioni, consentendo un dialogo con le altre due mozioni - prosegue - Sui programmi potrai contare sulla nostra lealtà e su quella di tutto il partito, Matteo ti prego stai più vicino a chi è senza lavoro, a chi è in una sfortunata posizione, offri una vera speranza di riscatto, questa è la sinistra nella cultura occidentale". E poi chiude: "Hasta la victoria signor segretario".

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