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La Boschi litiga con la sindaca Appendino, è scontro M5s-Governo

Silvia Sfregola
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Scoppia la polemica tra la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi e il M5S. In ballo c'è la richiesta della sindaca di Torino Chiara Appendino al Governo di vedersi assegnare 61 milioni, dopo le sentenze del Tar e del Consiglio di Stato. Ieri Boschi, in una delle rare apparizioni in tv, replica: "La sindaca sa che il governo ha un confronto con il comune e che i 61 milioni non sono dovuti". Bastano queste parole - di fatto né un sì né un no - che il duello elettorale tra Pd e Cinquestelle si trasferisce subito su questo piano. Oggi sul blog che fu di Beppe Grillo ma ora è "a 5 Stelle", il Movimento riscopre l'acrimonia di un tempo verso la ex ministra e ne chiede le dimissioni: "Boschi chieda scusa ai torinesi e si dimetta. La sua spocchia la rende indegna di continuare a ricoprire un ruolo istituzionale", tuonano i pentastellati. La "ministra riscaldata" - così il Movimento si rivolge alla sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio - avrebbe "snobbato" le legittime richieste dei torinesi, "figli di un dio minore, solo perché hanno eletto una portavoce del M5S". Boschi replica in serata: "Non ci sono città di serie A e città di serie B. Ma regole che valgono per tutti o non valgono per nessuno. Le procedure sono state rispettate per tutti i comuni. Vi sono alcune peculiarità che riguardano Torino che volentieri possiamo affrontare in sede di tavolo tecnico in qualsiasi momento. Per la sindaca Appendino valgono le stesse identiche regole che valgono per tutti i suoi colleghi. Esattamente le stesse di tutti gli altri, senza alcuna distinzione politica". E conclude: "Del resto sostenere che Torino sia stata penalizzata, specie dopo che il governo Renzi ha proceduto al finanziamento Cipe per la metropolitana e per il bando periferie e il governo Gentiloni ha assicurato tutto il suo impegno per Torino e per il Piemonte, non corrisponde semplicemente alla verità dei fatti. Pronti a collaborare nella verità dei fatti, senza alcuna polemica ideologica". In ballo ci sono i 61 milioni del Fondo perequativo Imu-Ici intestati alla città in un decreto del governo Monti del 2011, messo in discussione da una sentenza del Consiglio di Stato del 2015, e a cui il Governo ha ottemperato con un accordo Stato-Città cui ha fatto seguito un provvedimento attuativo. A chiudere la polemica ci prova il ministro dei Trasporti Graziano Delrio a Torino. Delrio precisa che il riconoscimento del fatto che il governo Monti aveva sbagliato i conti "c'è stato". Nel caso specifico i tribunali hanno riconosciuto alla Città di Torino il diritto a ottenere un risarcimento, ma "toccherà alla trattativa tra le parti decidere a quanto questo risarcimento debba ammontare: bisognerà che si siedano e trovino un accordo".

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