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Gentiloni "benedice" la Salerno-Reggio Calabria: chiusi tutti i cantieri dell'A3

Silvia Sfregola
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L'impegno è mantenuto. Paolo Gentiloni dal Castello di Altafiumara di Villa San Giovanni ufficializza, dopo oltre 50 anni dall'avvio dei lavori, il completamento della Salerno-Reggio Calabria. È la fine di un'epoca: a deporre la prima pietra c'era Amintore Fanfani, presidente del Consiglio il 21 gennaio 1962. Adesso, assicura il presidente Anas Gianni Vittorio Armani, "non ci sono più cantieri". Il presidente del Consiglio, dopo essersi rivolto alle maestranze e alle autorità, ringrazia i cittadini per la pazienza: "Ce n'è voluta", dice e prende in prestito il film di Massimo Troisi, "Scusate il ritardo. Adesso, però, si volta pagina". Un altro ringraziamento è dovuto. Gentiloni lo rivolge al suo predecessore a palazzo Chigi. "Matteo Renzi in questi due anni ha insistito, martellato - scandisce - perché si riuscisse ad arrivare a una giornata come quella di oggi". Il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, percorre tutto il tratto autostradale insieme al presidente Anas su un pullman che parte da Roma di buon mattino. Adesso i 436 km sono a tre e due corsie, il viadotto Italia - opera di alta ingegneria in cemento armato e acciaio è uno dei più alti d'Europa e la galleria Larìa è completa e percorribile. "Non sarà un viaggio da incubo come è sempre stato per 40 anni - assicura Delrio - Speriamo da oggi in poi di raccontare una storia diversa". Il completamento dei lavori segna poi un nuovo battesimo: la Sa-Rc, A, cambia nome e diventa A2, autostrada del Mediterraneo. "Il nome rappresenta il destino, cambiare nome vuol dire cambiare destino. Oggi abbiano cambiato pagina" insiste il ministro dei Trasporti.

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