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Pdl a pezzi, il Cav vede di nuovo Alfano

ALFANO, DOPO 20 ANNI BERLUSCONI SERVE ARIA FRESCA IN PDL

E' l'ultimo tentativo. Se il vicepremier non avrà rassicurazioni sul governo domani diserterà il Conisglio nazionale

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Se Berlusconi non riuscirà a trovare un accordo tra falchi e colombe quello di domani sarà un Consiglio dimezzato. Perché l'ala che fa capo ad Alfano è pronta a disertare in massa. Preludio alla scissione che avverrebbe subito dopo con la creazione di nuovi gruppi. Per evitare uno scenario di questo tipo ieri sera il Cavaliere ha di nuovo ricevuto a palazzo Grazioli prima Denis Verdini e poi, all'ora di cena, Raffaele Fitto. E ora ha di nuovo ricevuto a palazzo Grazioli Alfano con i ministri che poi, alle 16,30 si riuniranno di nuovo con tutta l'ala dei governativi. Il Cav sa che ormai lo spazio di manovra per condurre in porto la trattativa è ristretto all'osso. E per questo nel (piccolo) ventaglio di proposte che ha davanti c'è anche la possibilità di spostare di nuovo il Consiglio Nazionale. Una mossa per guadagnare tempo. Ma l'idea dello slittamento è arrivata dagli uomini di Angelino Alfano e i lealisti di Fitto non ne vogliono sentir parlare. Meglio, molto meglio, è il loro ragionamento, arrivare subito allo scontro e capire chi sta con il Cavaliere e chi, invece, sostenendo a tutti i costi il governo, contro di lui. Tesi che però, secondo le ultime indiscrezioni, inizia a non convincere più tanto il Cavaliere. Il vicepremier, nel lungo faccia a faccia di mercoledì sera, gli ha messo davanti praticamente un ultimatum: noi siamo con te per difenderti dall'attacco dei giudici e per evitare fino all'ultimo la tua decadenza ma tutto questo deve restare slegato dalla vita del governo. Altro punto su cui Alfano ha spiegato che non accetterà più mediazioni è quello sul nuovo organigramma del partito: dovranno esserci due coordinatori, ha ribadito a Berlusconi, in modo che le diverse correnti siano rappresentate allo stesso modo. Ieri sera il segretario ha di nuovo convocato i suoi uomini in una riunione «organizzativa» per decidere il da farsi nel caso si arrivi alla rottura. C'è infatti da bloccare la partenza dei delegati alfaniani dalle varie Regioni nel caso non si arrivi a un accordo. E il termine ultimo è stato fissato oggi all'ora di pranzo: se da Berlusconi non arriverà una parola chiara Alfano e i suoi non andranno al Consiglio Nazionale. E probabilmente si riuniranno, nelle stesse ore del Consiglio, in un'altra sede. «Berlusconi vuole farci andare all'assemblea al buio, senza sapere nulla. Stavolta non ci caschiamo» taglia corto un senatore alfaniano. Ma a rendere ancora più incandescente il clima c'è anche l'organizzazione dell'Assemblea di domani. Nella lettera di invito che è stata inviata a tutti i delegati, all'ordine del giorno c'è solo l'intervento di Silvio Berlusconi, senza nessuno spazio per il dibattito. Scelta che le colombe vedono come una vera e propria provocazione da parte dei falchi. E infine sull'organizzazione pesa anche la decisione del Cavaliere di ridurre drasticamente i suoi finanziamenti al partito. Così il budget, nella formula del «tutto compreso», arriverebbe al massimo a 150 mila euro. Comprensiva di vitto, alloggio e trasferimenti a Roma dei delegati (sono 861), luci e allestimento del palco, sicurezza e affitto della location. Ci sarà il tradizionale sfondo bianco-azzurro (come l'ultimo Cn, quello dell'elezione per acclamazione di Angelino Alfano alla segreteria del 1 luglio 2011), mentre sul palco verrà montato un leggio, nient'altro. Il maxischermo è quello in dotazione dell'Auditorium. Per la colonna sonora è previsto linno di Mameli e inno di Forza Italia, quello di sempre, che ha preso ormai il posto di «Gente della libertà», ideato per l'ormai morituro Pdl.

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