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Napolitano: no a campagna elettorale permanente

Convegno in ricordo di Luigi Spaventa presso l'aula magna dell'università Bocconi di Milano

Il capo dello Stato alla celebrazione dei 70 anni delle Quattro giornate di Napoli: "Quel periodo storico sia d'esempio anche oggi". Poi la visita a Poggioreale: il Parlamento si interroghi su un provvedimento di clemenza, di indulto o amnistia

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Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è arrivato questa mattina a Napoli per la cerimonia di commemorazione delle Quattro Giornate che nel 1943, 70 anni fa, segnarono uno dei momenti storici della resistenza durante la Seconda guerra mondiale. Napolitano ha deposto una corona di fiori nel cortile del Maschio Angioino in ricordo dei caduti. "La situazione è difficile, ma bisogna avere fiducia",  ha detto il capo dello Stato. "Quello che le Quattro Giornate hanno significato per l'esempio e l'impulso offerti alla riconquista dell'unità e dell'indipendenza nazionale ci devono dare convinta fiducia in quello che di qui può ancora avvenire - nelle critiche circostanze attuali e nell'incerto prospettarsi del futuro - alla causa comune dell'Italia e dell'Europa", ha spiegato il presidente della Repubblica prendendo la parola nella sala dei Baroni del Maschio Angioino.   "L'unità e il futuro della Repubblica poggiano sul ravvicinamento e la coesione fra le Regioni e le sue capitali fra Nord e Sud - ha detto il capo dello Stato -  In Italia, come nell'Unione Europea, non reggono rozze contrapposizioni fra un Nord virtuoso e il Sud ridotto a zavorra e palla al piede della comunità italiana ed europea". L'unità nazionale è garantita anche da "un riavvicinamento di solidarietà e coesione tra capitali tra del nord e del sud", ha sostenuto Napolitano che dice basta a "rozze contrapposizioni tra un nord virtuoso e un sud ridotto a zavorra e palla al piede".   "Napoli faccia ancora, a 70 anni dalle Quattro Giornate, la sua parte per l'unità nella democrazia e per la rinascita del Mezzogiorno e della Nazione", è l'appello lanciato dal Presidente della Repubblica "ai cari amici che avete la responsabilità di far vivere questa città". Napoli fu "la prima metropoli europea a levarsi contro il nazifascismo con le sole forze di popolo, e di questo titolo d'onore per l'Italia la Repubblica deve dare sempre pieno riconoscimento a Napoli, traendone le ragioni di un rispetto e di una fiducia che Napoli merita. Non lo dico da napoletano - ha aggiunto - dico qui ogni mia parola come rappresentante dell'unità nazionale".   LA VISITA A POGGIOREALE "Al Parlamento pongo un interrogativo. Mi chiedo se non ritenga di dover prendere in considerazione un provvedimento di clemenza, di indulto e amnistia", ha detto poi Napolitano in visita a Napoli nel carcere di Poggioreale spiegando che si tratta di un "provvedimento che non può prendere il presidente della Repubblica e neanche il governo da solo, ma che ha bisogno di un consenso molto ampio del Parlamento, forse troppo. Ma questo non deve essere un freno ad esaminare la possibilità".   "Bisogna andare a delle soluzioni effettive, e anche per questo abbiamo bisogno che il Parlamento discuta e lavori, non che ogni tanto si sciolga", ha detto Napolitano nel suo discorso al carcere di Poggioreale. "Non abbiamo bisogno di campagne elettorali a getto continuo ma abbiamo bisogno di una continuità nell'azione di governo, di decisioni e provvedimenti per risolvere i problemi del Paese", ha sottolineato.

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