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L'iter dell'appalto per il nuovo corridoio della Mobilità Laurentina-Tor Pagnotta, comprensivo della fornitura di 45 filobus Breda Manarini, si chiude a ottobre del 2009, 17 mesi dopo l'insiediamento dell'amministrazione Alemanno.

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Unaffare, per la Breda Menarini guidata da Roberto Ceraudo, da 40milioni di euro, 20 dei quali destinati alla Skoda-Electric, azienda ceca il cui rappresentante, in quest'affare, è l'imprenditore Edoardo D'Inca Levis, "gola profonda" dell'inchiesta coordinata dal pubblico ministero Paolo Ielo. L'inchiesta, va ricordato, costola di una più ampia indagine partita dalle controllate Finmeccanica Selex ed Enav, ha già portato all'arresto di due persone dopo la scoperta di un vortice di false fatturazioni che sarebbero state utilizzate anche per creare fondi da destinare al pagamento di tangenti. Una di queste, dell'importo di circa 500mila euro, secondo prime indiscrezioni sarebbe stata destinata alla politica romana. È lo stesso sindaco Alemanno, sul suo blog, a pubblicare le date precise dell'iter amministrativo dell'appalto rispondendo alle accuse del capogruppo del Pd in consiglio comunale, Umbero Marroni, secondo il quale il Campidoglio avrebbe bloccato alla fine dell'autunno il bando che l'Ati si era aggiudicata il 20 novembre 2008. I manifesti del PdL con cui in XII municipio il partito pubblicizzò la sospensione della gara, fanno sapere fonti interne al Campidoglio, erano sbagliati, una forzatura propagandistica. Ci fu una sorta di pausa di riflessione di 90 giorni - spiegano - durante la quale vennero ascoltate le ragioni dei comitati di quartiere che avrebbero voluto modificare il progetto. È lo stesso Sergio Marchi, allora assessore alla Mobilità, a ricordare vagamente le «proteste dei residenti aizzati dalla sinistra». Ma l'iter burocratico dell'appalto, assicurano, proseguì. Tanto che a marzo del 2009 la Breda Menarini può finalmente gioire, annunciando per bocca dello stesso ad di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, di aver chiuso il contratto con l'Ati. Il contratto, inoltre, non esclude la possibiltà di una seconda commessa per altri 45 filobus alla stessa cifra: 40milioni di euro. La richiesta ufficiale di subappalto può dunque lasciare gli uffici di Roma Metropolitane e raggiungere la Breda Menarini. Secondo la ricostruzione fatta dal sindaco sul suo blog ciò accade a luglio del 2009. Un mese prima accade però un fatto: l'imprenditore D'Inca Levis ha una conversazione telefonica via Skype con Ceraudo. In quell'occasione - racconterà al Gip Stefano Aprile l'8 gennaio di quest'anno - Ceraudo gli avrebbe chiesto di mettere insieme altri soldi da destinare alla politica, più in particolare alla segreteria di Alemanno». La ricostruzione cronologica dell'iter dell'appalto fatta dal primo cittadino si conclude dunque a ottobre del 2009 con l'ok definitivo di Roma Metropolitane al subappalto. Sabato sera, nel corso della conferenza stampa voluta dal sindaco tornato in tutta fretta dalla Terra Santa, Alemanno ci ha tenuto a precisare che la commissione di valutazione delle offerte s'insediò il 30 aprile del 2008, lo stesso giorno di scrutinio delle schede che lo avrebbero portato alla conquista del Campidoglio, stesso giorno in cui Roma Metrpolitane riceveva in busta chiusa le proposte delle aziende partecipanti alla gara d'appalto indetta a gennaio di quell'anno. Ciò che accadde dopo è al vaglio degli inquirenti che stanno cercando di fare piena luce sui destinatari delle presunte mazzette uscite da conti correnti di banche straniere. E sarà una settimana calda sul fronte Procura. I magistrati potrebbero a breve dare risposte alle domande che ruotano ancora intorno a questa vicenda e far luce sugli ammanchi di denaro su conti riconducibili a Roberto Ceraudo che proprio nel biennio 2008-2009 potrebbero aver raggiunto Roma e Riccardo Mancini, l'amministratore di Eur Spa, già indagato, che pochi mesi dopo l'elezione del sindaco ottenne dal ministero delle Finanze la poltrona dell'Ente da cui si è dimesso 5 giorni fa. Quello stesso Mancini che gestì il portafoglio della campagna elettorale del sindaco nel 2008 e che, secondo i racconti dei protagonisti di questa intricata vicenda, avrebbe gestito proprio per il Campidoglio i delicati rapporti con il colosso Finmeccanica, azionista di Breda Menarini.

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