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«Nessun impegno sulle tasse»

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Monti scopre le carte: ci sono esuberi nel pubblico impiego Si definisce un «rivoluzionario» e ammette: nel '94 votai il Cav

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MarioMonti intervistato da Ilaria D'Amico a Lo spoglio, su Skytg24, usa una tecnica insolita per una campagna elettorale tradizionale sfoderando temi poco popolari. Sottolinea che non intende «prendere impegni o fare promesse» su una eventuale riduzione delle tasse o abolizione dell'Imu sulla prima casa perché, dice alludendo a Berlusconi, «c'è chi ha fatto promesse in passato e ha illuso gli italiani». Ma ammette anche di aver votato nel '94 il Cav che poi è rimasto imbrigliato nel conflitto d'interessi. E sul conflitto d'interessi di sicuro interverrà, lo ribadisce, ma evita di entrare nel dettaglio. Altro tema sensibile è quello delle coppie gay. Il Prof difende la famiglia «che deve essere costituita da un uomo ed una donna» perché è «necessario che i figli crescano con una madre ed un padre». Ciò non toglie che il Parlamento può trovare forme e strumenti «per altre forme di convivenze». Se la D'Amico gli vuole strappare una dichiarazione di appartenenza al centro, lui svicola, dice di «non essere un democristiano», che le sue scelte non sono da «bandierine», ovvero ne' di destra ne' di sinistra; piuttosto si definisce un «rivoluzionario». Non si sbilancia neppure sulle alleanze post voto ma è deciso a respingere un abbraccio a Vendola che peraltro, sottolinea, «ha già detto che non vuole un governo con me». Si limita quindi a dire che governerà chi avrà l'incarico dal presidente Napolitano. L'importante è che il prossimo governo, «non dissipi i sacrifici fatti dagli italiani con politiche leggere». In caso di sconfitta elettorale, il suo futuro è definito: «da senatore darò il contributo che serve al Paese». Il Prof lancia anche il messaggio rassicurante che la crisi finanziaria «è finita» ma quella sociale no, per questo bsogna andare avanti con una politica riformista. A chi gli rimprovera di aver messo a rischio il bipolarismo risponde che è contro «il bipolarismo conflittuale» e che l'obiettivo della «salita» in politica è quella di «unire gli italiani». Finora, afferma Monti, «l'Italia è stata paralizzata da una politica antiquata» ma la soluzione non è certo nell'antipolitica di Grillo del quale peraltro il Prof riconosce la portata innovativa come «espressione della rabbia e del dissenso». Il premier ribadisce di essere contrario «alla tradizionale struttura dei partiti appesantita da clientele e interessi»; quelli stessi che hanno ostacolato le riforme. A chi gli rimprovera di aver imbarcato Fini e Casini, risponde che Udc e Fli «hanno visto i difetti del bipolarismo e del berlusconismo» e hanno sostenuto più di altri, le riforme. Poi il tema delle tasse. «Non abbiamo provato gusto a far pagare più tasse ma siamo stati costretti a essere rigorosi». Quanto al'Imu «non prendo impegni nè faccio promesse». Rilancia invece il taglio ai costi della politica, «osteggiati dai partiti» e pone come obiettivo di «togliere l'Italia dall'ingessatura» in cui l'ha posta la vecchia politica. Respinge l'idea di essere un fans del Marchionne pensiero e rivela di aver chiesto al ministro Fornero spiegazioni sulla cig a Melfi. Infine uno spaccato di vita personale. La moglie che non voleva che lui si candidasse e lui che non ha gradito quell'intervista a «Chi» forse nata su «iniziativa di Berlusconi che pensava in questo modo che potessi tragugiare gli orrori dei titoli dei giornali di famiglia». Da ultimo rivelato il segreto della foto con la moglie che lo guarda torvo mentre è al telefonino: era la chiamata di un candidato. L.D.P.

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