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Il Cavaliere scende dai «6x3»

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Strategia Dopo cinque campagne elettorali manda in soffitta i cartelloni «Punteremo su tv e web. E poi costano troppo, non vogliamo sprecare soldi»

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L'«inventore»dei famosi 6x3 elettorali, quelli che fin dalla sfida del 1994 contro Romano Prodi invasero tutta l'Italia con la sua faccia, ha deciso, a sorpresa, di mandarli in soffitta. Se si rivelerà una mossa giusta – e anticipatrice dei tempi – oppure un clamoroso autogol nella corsa per catturare consensi lo sapremo solo dopo il voto. Ma quello che è sicuro è che ancora una volta Berlusconi ha spiazzato gli avversari. I cartelloni elettorali di Pier Luigi Bersani sono già visibili da qualche settimana, quelli di Mario Monti li vedremo da oggi. Nessuno dei due sfidanti ha pensato che si trattasse di uno strumento ormai sorpassato. Il Cavaliere, invece, ha deciso di affidarsi, per la rimonta, al mezzo televisivo e alle potenzialità del web. Antonio Palmieri, responsabile internet del partito di via dell'Umiltà, ha spiegato così le ragioni di questa rinuncia: «Stavolta non faremo i "6x3" per una serie di motivi. Innanzitutto, noi puntiamo a recuperare i nostri elettori scontenti e il miglior modo per riconquistarli è attraverso tv e Internet, perché sono due mezzi di comunicazione che consentono di argomentare». In secondo luogo, sottolinea Palmieri, «siamo in inverno, fa buio presto e c'è maltempo: la gente non si guarda attorno, sta più tempo in casa davanti alla tv e navigando su Internet. Terzo aspetto, da non sottovalutare in questo tempo di crisi: non è certo una cosa positiva spendere così tanti soldi, come ha fatto Bersani con la sua campagna affissioni "berlusconiana" per imponenza e numero di manifesti». Secondo alcune stime, due "uscite" di "6x3" (ogni tornata dura due settimane) potrebbe costare dai 2 ai 4 milioni di euro. Insomma, nel ragionamento del premier c'è tutto quello che può «impattare» in un campagna elettorale. A partire dalla scelta di strumenti mirati a quelli che sono gli obiettivi del Pdl. Quindi la decisione di puntare su un mezzo giovane, efficace, che consente di dialogare con tutti, come la rete. Per quanto riguarda la televisione il Cav ha già dimostrato andando a «Servizio Pubblico» quanto sia abile a sfruttare quel mezzo. «Se Berlusconi va ancora due o tre volte da Santoro – ha commentato il leghista Roberto Calderoli – può puntare a vincere anche la Camera deputati, non solo il Senato». Poi la constatazione, elementare, che i manifesti d'inverno si vedono di meno. E quindi l'investimento – non di poco conto – non garantisce un ritorno adeguato. Infine c'è il tasto della crisi e della necessità – in un momento di anti-politica – di dare l'immagine di un partito che non sperpera soldi. E questa è la frecciata a Bersani e al Professore: in tempi di austerità spendere così tanto denaro per una campagna di affissioni non fa fare una bella figura. In più Berlusconi si affiderà sicuramente alle manifestazioni di piazza perché nel rapporto diretto con la gente sa dare il meglio di sè. Pa. Zap.

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