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Monti si è preso due giorni di relax ma a Roma i lavori per le liste continuano a ritmo serrato.

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Uscendodal pranzo all'Hostaria Da Franz a Castello, a chi lo pressa sulle dichiarazioni di Berlusconi che ha promesso una commissione di inchiesta sul governo tecnico in caso di vittoria, il premier svicola: «Ho già parlato anche troppo...». Poi stringe mani, scherza con i nipotini, entra in un bar a prendere un caffè e ironizza con i giornalisti: una vacanza low cost ma high quality. E qualche agenzia di stampa fa anche i conti di quanto avrebbe speso a pranzo, tra i 35 e i 65 euro. «Speriamo che il 2013 sia come questa stupenda giornata di Venezia, credo che possa esserlo se tutti lavoreranno a questo scopo. Anzi sono convinto che nel 2013 la situazione migliorerà» e l'unica dichiarazione che concede ai giornalisti. Quando sale sul motoscafo per rientrare in albergo il cellulare è in fibrillazione. A Roma i partiti che confluiranno nella coalizione guidata da Monti, sono in agitazione. La compilazione delle liste e l'indicazione dei candidati si preannuncia come un gioco molto difficile e per molti sarà davvero arduo arrivare a dama. Si accavallano le voci di potenziali esclusi. Preoccupa la tagliola del «supervisore» Enrico Bondi. Monti gli ha affidato il compito di vagliare le candidature, sarà lui a dire «questo sì, questo no». Ma i partiti hanno già messo in chiaro in modo più o meno esplicito che saranno loro a fare le liste. Insomma il rischio di uno scontro è dietro l'angolo. Lo si è visto al vertice di venerdì con il faccia a faccia tra Casini e Passera con il leader dell'Udc che è riuscito a imporre la linea delle liste plurime alla Camera mentre il ministro avrebbe voluto un solo gruppone anche a Montecitorio. Risultato: Passera ha detto che è intenzionato a non candidarsi. Ma nell'entourage di Monti si dice che il premier tenterà di recuperarlo. Il ministro Annamaria Cancellieri ha affidato a una nota del Viminale la smentita di volersi proporre per un altro mandato. Intanto continua la diaspora dai partiti e l'adesione all'Agenda del Prof. Frattini, ex ministro Pdl, sul blog Diario Italiano annuncia l'adesione al nuovo progetto politico: sosterrò l'Agenda Monti con un contributo e modalità che insieme a Monti potremo individuare». A convincerlo soprattutto il riferimento pesante all'Europa, «parola che è fonte di certezze e non merita di essere ignorata». Addio al Pdl anche da Cazzola: «A prescindere da quello che sarà (e se ci sarà) un mio futuro in politica (la mia disponibilità a candidarmi è affidata incondizionatamente a Monti) io ormai sono fuori dal Pdl e formalizzerò questa decisione anche nei confronti del gruppo alla Camera». Cazzola ha parole pungenti su Passera, «uno dei ministri più sopravvalutati di questa compagine. Se se ne va non è una gran perdita». Lorenzo Dellai invece, scioglie il nodo dell'incompatibilità tra l'incarico politico attuale e l'impegno montiano e ieri si è dimesso da presidente della Giunta provinciale di Trento. Intanto si rincorrono i sondaggi sul gradimento della formula della coalizione, che danno al gruppone montiano una percentuale oltre il 20. Ma dalle alte sfere ecclesiastiche si alza qualche voce di invito alla prudenza dopo l'endorsement dell'Osservatore Romano. Luigi Negri, neo arcivescovo di Ferrara ed ex collaboratore di don Giussani, il fondatore di CL chiede cautela: Non credo che il Papa si voglia esprimere nel senso di appoggiare un determinato partito o candidato. Quelli che sono a mediare tra lui e il resto della Chiesa e della società dovrebbero vivere con molta più prudenza questa responsabilità.

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