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Mantovano abbraccia l'Agenda: dovrebbe farlo il Pdl

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Lodice l'ex sottosegretario del Governo Berlusconi Alfredo Mantovano che non tralascia: «vorrei che lo facesse il Pdl o quella larga parte del Pdl che il 16 dicembre si è riunita a Roma» nella manifestazione «Italia Popolare». «Io spero di essere a al fianco di tante persone che stimo. Se non sarà così io ci sarò», risponde a chi gli chiede quali saranno le sue prospettive. All'indomani di qual che viene ormai definita la «salita» in campo del premier Mario Monti, il pdl Alfredo Mantovano conferma di voler aderire al progetto del Prof. «Stando ai fatti e non alle polemiche, c'è l'esigenza di dare continuità ad un lavoro iniziato non dal novembre scorso» quando ha preso a muovere i primi passi il governo Monti, «ma dagli anni precedenti. Ci sono tante misure che sono lo sviluppo di altre già assunte», aggiunge Mantovano e cita, a titolo di esempio, il fiscal compact o il vincolo del patto di stabilità. Bisogna «porre tutto ciò non come qualcosa da continuare in esclusiva, ma come quella base di stabilità che serve per fare, con una credibilita' maggiore in Europa, i passi indispensabili per la crescita e lo sviluppo». Poi ribadisce che l'Agenda per l'Italia costituisce una serie di spunti di riflessione che non bisogna liquidare con tanta velocità e osserva: «la revoca molto veloce di fiducia è stata considerata, da più di uno del Pdl, un errore. Non vorrei che per essere molto tempestivi nel commentare si preferisca una chiusura invece di una riflessione in prospettiva». Mantovano poi non nega che sarebbe positivo se anche il Pdl seguisse l'esempio. «Mi chiedo che cosa è cambiato rispetto a quindici giorni fa», quando è stato offerto a Monti di fare il federatore dei moderati. E sulla decisione annunciata in aula dal segretario Alfano di considerare conclusa l'esperienza del Governo Monti, chiosa: «non sono così ingenuo da non considerare i passaggi critici alle scelte ultime del partito ma bisognava metterlo in conto, rispetto ad una scelta fatta in una sede più importante, come il Parlamento».

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